Far flanella nel bordello

Il maschio laico e di sinistra scopre l'acqua calda e punta il dito

Alfonso Berardinelli

Quello che sta succedendo intorno a Berlusconi, alla sua morale pubblica e privata, all'accettabilità o inaccettabilità del suo eminente ruolo pubblico, visto il suo modo di divertirsi, potrebbe (potrebbe!) essere occasione non solo di lotta politica, ma di autocoscienza culturale e morale. Berlusconi è l'eccezione o la regola? Agli italiani e alla cultura sociale che ci caratterizza piacciono più le regole o le eccezioni?

    Quello che sta succedendo intorno a Berlusconi, alla sua morale pubblica e privata, all'accettabilità o inaccettabilità del suo eminente ruolo pubblico, visto il suo modo di divertirsi, potrebbe (potrebbe!) essere occasione non solo di lotta politica, ma di autocoscienza culturale e morale.

    Berlusconi è l'eccezione o la regola? Agli italiani e alla cultura sociale che ci caratterizza piacciono più le regole o le eccezioni? Più la norma o la trasgressione? Più la potenza del denaro, dell'immagine e del successo o la discrezione, la sobrietà e il decoro? Ho sentito una appassionata “dipietrista”, del tutto innocente di politica, ai cui occhi Di Pietro non è il più duro antiberlusconiano, ma è l'unico difensore dell'onestà, esclamare che in questa faccenda di sesso, uso e abuso del corpo femminile e magari di tutti i corpi, le responsabilità, seppure in varia misura, sono di tutti, e la sinistra che vuole la morte di Berlusconi somiglia e ha somigliato a lui molto più di quanto crede.

    L'enorme potere che la persona di Berlusconi ha esercitato sugli italiani è stato anche un potere ipnotico. Essendo lui l'espressione di più di una metà percentuale dell'inconscio degli italiani, ha fatto perdere la testa tanto a chi lo vuole che a chi lo rifiuta. Non è solo una questione di numeri e di elezioni. La chimica morale dell'italiano medio è composta in prevalenza di comportamenti nei quali Berlusconi eccelle ed è maestro fino all'autolesionismo. La mia idea è sempre stata e resta lapalissiana: Berlusconi vince perché la sinistra perde, cioè non offre alternative più credibili. E' questo che fa impazzire la sinistra: il non riuscire a vedere e accettare la propria miseria e le proprie responsabilità; è il non ingoiare il rospo della propria impotenza politica e comunicativa e della propria ipocrisia morale.

    Chi fa politica vuole vincere. La volontà di potenza è il suo primo istinto e articolo di fede. Ma la sinistra oggi in Italia è paralizzata da un doppio legame. Dato che il suo avversario è Berlusconi (entrato in politica esattamente e tempestivamente per battere la sinistra) la sinistra deve fingere di non somigliargli, di non avere niente in comune con lui. Mentre con lui ha in comune parecchie cose, a cominciare dalla pura e semplice volontà di trionfare e comandare: ma questo deve nasconderlo e mascherarlo, cosa che la inibisce, la confonde, la indebolisce, estenua la sua capacità di farsi capire e di convincere.
    Non credo che l'elettorato di centrodestra sia cieco di fronte ai difetti di Berlusconi. Accanto a lui ci sono stati anche Bossi, Fini e Casini: ma alla guida dell'antisinistra c'è stato Berlusconi ed è questo che è piaciuto agli elettori, più di quanto potesse piacere lo stile di vita del capo.

    Sulla questione del commercio sessuale e della dignità femminile, non c'è molto o c'è troppo da dire. C'erano una volta dei sofisticati e apprezzati critici della società borghese secondo i quali la prostituzione, la vendita di anime e corpi, era diventata nel capitalismo la più comune e “normale” delle pratiche sociali: e che anzi la prostituta era “in fondo”  migliore di molte mogli che facevano la stessa cosa con la copertura di una morale farisaica (tesi provocatoria).

    Comunque, tutti sanno e potrebbero dire che l'uso del nudo femminile a fini pubblicitari (nonché del nudo maschile e del semivestito infantile ammiccante) ha una diffusione tale che nessuno purtroppo se ne accorge più. Per anni ci siamo detti: ma che fanno le femministe? dove sono finite? Il maschio laico, ateo, materialista, libertario di sinistra usava lo squallido termine di “bacchettone” per bollare chi si irritava nel vedere per anni, ogni settimana, una donna nuda sulle copertine dei settimanali più “intelligenti” e “anticonformisti”. Quando poi il 60 per cento di quello che aveva dentro quel maschio laico di sinistra è finito ai vertici dello stato nella persona di Berlusconi, che invece è di destra, si è scoperta l'acqua calda e si punta il dito.
    Dico queste cose perché a me, più che la politica e le prossime elezioni, mi interessano la società e la cultura che ci sono dietro, mi interessa la loro “longue durée”.