Liberalizzazioni nel cassetto

Michele Arnese

Energia, banche, assicurazioni, concorsi a premio, farmaci. Le misure per liberalizzare e aprire ulteriormente i mercati sono pronte, ma due giorni fa il Consiglio dei ministri si è limitato a una discussione di massima senza approvare il disegno di legge sulla concorrenza preparato dal ministero dello Sviluppo economico. Eppure il ritardo accumulato dal governo nel presentare il ddl è salito a otto mesi, rispetto ai tempi previsti da una legge del 2009. Perché il provvedimento non è stato approvato? Le risposte sono diverse.

Leggi Ministro Tremonti, parliamoci chiaro - Leggi I consigli pro crescita di Fmi e Ocse dimenticati da Tremonti

    Energia, banche, assicurazioni, concorsi a premio, farmaci. Le misure per liberalizzare e aprire ulteriormente i mercati sono pronte, ma due giorni fa il Consiglio dei ministri si è limitato a una discussione di massima senza approvare il disegno di legge sulla concorrenza preparato dal ministero dello Sviluppo economico. Eppure il ritardo accumulato dal governo nel presentare il ddl è salito a otto mesi, rispetto ai tempi previsti da una legge del 2009. Perché il provvedimento non è stato approvato? Le risposte sono diverse.

    Dal ministero guidato da Paolo Romani si sottolinea che è stata condivisa la decisione di fondere il ddl con quello sulla semplificazione amministrativa in cantiere al dicastero di Roberto Calderoli. C'è però chi sostiene che al ministero dell'Economia non scorgevano nel ddl un impianto unitario e coerente, ma più che altro una serie di misure variegate senza un quadro d'assieme. E chi dalla presidenza del Consiglio dice che l'articolato non ha soddisfatto del tutto gli esperti giuridici di Palazzo Chigi. Qualunque sia la vera spiegazione, sta di fatto che un ddl per liberalizzare i mercati, recependo indicazioni e segnalazioni dell'Antitrust, non ha ricevuto il via libera del governo. Non solo: l'ultima bozza del ddl, secondo un primo confronto con la penultima bozza, sembra avere una portata e un impatto inferiori. Comunque lo schema di ddl contiene disposizioni che – come viene spiegato nella relazione illustrativa del ddl che il Foglio ha letto – “provvedono a rimuovere alcuni ostacoli regolatori, di carattere normativo o amministrativo, all'apertura dei mercati, a promuovere lo sviluppo della concorrenza e a garantire la tutela dei consumatori”.

    Nella relazione di Romani
    non si nascondono intoppi e ritrosie: ci sono state “inevitabili difficoltà connesse a un primo avvio di un nuovo disegno programmatico di interventi per il mercato e la concorrenza che hanno condizionato i tempi”. Il primo capitolo della bozza di ddl – “efficienza del mercato petrolifero e contenimento dei prezzi dei carburanti” – è quello più corposo e delicato, sottolineano dal governo. L'obiettivo – si legge nel documento non pubblico – è “di ridurre, se non azzerare, la differenza tra la media dei prezzi dei carburanti su base comunitaria rispetto a quella italiana”.

    Si prevede “una razionalizzazione della filiera” e “una maggiore trasparenza” attraverso “la semplificazione delle procedure” e una “piattaforma telematica” per gli operatori petroliferi. Nella bozza non approvata ci sono anche disposizioni per il “settore bancario, assicurativo e finanziario”: si va dall'obbligo di “dare pubblicità alle situazioni di conflitto di interesse” al divieto nei fidi bancari della Cms (Commissione di massimo scoperto), consentendo “la sola commissione per la messa a disposizione dei fondi”. La norma ha il fine, si legge nel rapporto esaminato dal Consiglio dei ministri, di “definire una struttura semplice e chiara degli oneri ammessi, eliminando la possibilità per le banche di applicare una pluralità di voci di costo”. Anche nei concorsi a premio sono previste misure per “la semplificazione e la parziale liberalizzazione”. Mentre per i farmaci da banco, ovvero vendibili senza ricetta, si fissa “l'obbligo di pubblicità dei prezzi”. Inoltre, accogliendo sollecitazioni dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, si prevedono nei casi di procedure negoziate senza bando “specifici criteri di rotazione dei soggetti chiamati alla negoziazione”. La disposizione, spiega la relazione degli uffici di Romani, “richiama i principi della pubblicità, trasparenza, concorrenza e rotazione degli operatori economici”.

    L'articolato del disegno di legge, secondo la ricostruzione del Foglio, non ha particolarmente entusiasmato l'Antitrust che lo ha giudicato nel complesso debole rispetto alle attese e alle segnalazioni giunte proprio dall'Autorità presieduta da Antonio Catricalà. D'altronde nella bozza del ddl non compaiono per esempio le misure suggerite dall'Antitrust per il settore postale, come “l'eliminazione delle disposizioni suscettibili di creare vantaggi competitivi in capo a Poste italiane”, così come non si individua un “soggetto regolatore indipendente che realizzi la liberalizzazione del settore”. Inoltre non è presente nella bozza alcuna disposizione per aprire il mercato dei servizi di trasporto ferroviario. Eppure l'Antitrust aveva auspicato di definire “l'ambito universale” del servizio svolto dalle Ferrovie dello stato, di procedere a gare anche nelle aree non profittevoli “per minimizzare il ricorso ai sussidi pubblici” e di eliminare nel trasporto ferroviario locale “le disposizioni che innalzano le barriere all'entrata nel mercato da parte di nuovi operatori”.

    Leggi Ministro Tremonti, parliamoci chiaro - Leggi I consigli pro crescita di Fmi e Ocse dimenticati da Tremonti