Chi è il moralista?

Giuliano Ferrara

Chi è un moralista? Un moralista è colui che conosce l'umanità, sa che il legno storto dell'umanità non lo si può raddrizzare, e fa di tutto perché le persone siano dolorosamente consapevoli di questo, si emendino per il possibile, e per il resto lascino alla giustizia di essere giusta e alla morale di essere una faticosa conquista (come ha scritto Piero Ostellino nel Corriere), non una bandiera faziosa impugnata dai partiti.

    Chi è un moralista? Un moralista è colui che conosce l'umanità, sa che il legno storto dell'umanità non lo si può raddrizzare, e fa di tutto perché le persone siano dolorosamente consapevoli di questo, si emendino per il possibile, e per il resto lascino alla giustizia di essere giusta e alla morale di essere una faticosa conquista (come ha scritto Piero Ostellino nel Corriere), non una bandiera faziosa impugnata dai partiti. Il grande filosofo tedesco Immanuel Kant era un moralista, e alla sera Umberto Eco può andare a dormire con le galline, tanto il far tardi in compagnia della “Metafisica dei costumi” non gli giova se non per la vanità di esibirsi da erudito al Palasharp, il suo moralismo sa di portineria, paura della brutta figura dell'italiano all'estero, è materia non pregiata, conversazione da treno. Il moralista vero, classico, rispettabile, da cui si può imparare qualcosa e che si rende compatibile con le regole liberali e una democrazia non radicale, non utopistica, non ipocrita, è colui che conosce la politica con le sue regole, l'impasto di bene e di male necessario al governo degli uomini.

    Niccolò Machiavelli era un moralista, cercava di mettere un argine massiccio contro la prepotenza dei suoi tempi, l'anarchia, lo spirito di fazione distruttivo, e predicava una modernità atea, discutibile nelle conseguenze secolari ma così distante dagli illusionismi spirituali e politici dei Savonarola dell'epoca. Moralista era Montaigne, che sapeva tutto e non voleva insegnare nulla, se non il fatto che vivere è un “imparare a morire”. Moralista era Cervantes, che rese eroiche e buffe le passioni dell'amore e della stessa giustizia nella figura immortale del Cavaliere dalla faccia triste, il Don Chisciotte.

    Ma questi insigni leader dell'establishment riuniti al Palasharp li chiamo moralisti in tutt'altro senso. Sono azionisti, per rifarsi alla matrice grande del Partito d'azione ma tenendo conto del dislivello storico e culturale che i tempi hanno scavato: azionisti, cioè una classe di minoranza eticizzante, colta, bene intenzionata e benpensante, che ha il brutto vizio di odiare le maggioranze, di tenere in sommo spregio il popolo e specie quello italiano e cattolico, di lavorare per una politica dei piccoli club militanti contro la logica di sovranità e libertà delle democrazie liberali moderne, gente che impugna la legge non per fare giustizia e realizzare stato di diritto e libertà ma per “ripulire la società”, progetto sommamente reazionario, utopia regressiva di sfondo totalitario.

    L'incontro del moralizzatore fanatico, inconsapevole della bellezza e complicata trasversalità del reale, con il pubblico ministero e con una classe di giudici educati da quindici anni e più al disprezzo per la politica, alla guerra contro le istituzioni elettive, qualche volta colpendo a sinistra e sempre e sistematicamente accaniti contro Berlusconi e il fenomeno che rappresenta: ecco il morbo fatale di cui è ammalata l'Italia, ecco il vero ostacolo alla governabilità, ai programmi di crescita e di sviluppo e di riforma, qui affondano le radici del nostro possibile declino. Al quale è giusto ribellarsi.

    da Panorama in edicola questa settimana

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.