I neopuritani perdono l'amore del paese. Ritorno alla politica

Giuliano Ferrara

Quando si eccede, si diventa tronfi. Quando si diventa tronfi, si perde la fiducia del pubblico. La breccia aperta dal pornoromanzo della procura di Milano era bella larga. Un'aggressione alla persona del nemico assoluto, il presidente del Consiglio, sfruttando un suo errore troppo umano, la telefonata in Questura, ed è partita la vasta azione di spionaggio e origliamento della vita privata di un uomo. Per quella sublime creatura di Shakespeare che è il Re Lear, d'altra parte, “un uomo integralmente puro è solo un piccolo essere nudo e forcuto”.

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    Quando si eccede, si diventa tronfi. Quando si diventa tronfi, si perde la fiducia del pubblico. La breccia aperta dal pornoromanzo della procura di Milano era bella larga. Un'aggressione alla persona del nemico assoluto, il presidente del Consiglio, sfruttando un suo errore troppo umano, la telefonata in Questura, ed è partita la vasta azione di spionaggio e origliamento della vita privata di un uomo. Il grande filosofo e illuminista tedesco Immanuel Kant, che il professor Eco studia da sgobbone la sera fino a tardi, senza capirlo, ha scritto nelle sue Idee per una storia universale dal punto di vista cosmopolitico, delizioso titolo alla Lina Wertmüller, che il supremo reggitore deve essere giusto, ma è anche un uomo, e che lì sta il problema, visto che dal legno storto dell'umanità non si ricaverà mai qualcosa di interamente diritto. Per quella sublime creatura di Shakespeare che è il Re Lear, d'altra parte, “un uomo integralmente puro è solo un piccolo essere nudo e forcuto”. Queste cose le sappiamo, perché noi, al contrario della bella gente che vuole la testa di Berlusconi, conosciamo noi stessi, non siamo ipocriti e puritani, siamo i veri moralisti, che hanno un'idea di come va il mondo e vogliono correggerlo, non vogliono farlo di bel nuovo, “tutto per tutti” secondo le utopie antigiuridiche e illiberali, totalitarie,  dell'ex presidente della Corte costituzionale, l'attivista Gustavo Zagrebelsky.

    Il progetto orwelliano di entrare nella casa privata del premier, di mettere sotto origliamento e pedinamento tutto quello che riguarda la sua privacy, i suoi divertimenti, la sua voglia di piacere e di vivere, prometteva dunque bene per loro. Ma hanno ecceduto, sono diventati tronfi, hanno scoperto in modo intollerabile per l'italiano comune il loro gioco sporco. Le accuse di concussione e prostituzione sono clamorosamente false, sono lo strumento, in 400 pagine di scandaloso mercimonio politico della vita di un uomo data in pasto alla stampa rabbiosa che lo odia, per incastrarlo e abbatterlo con ogni mezzo, con quella iniziativa extraparlamentare di cui hanno apertamente parlato il professor Asor Rosa sul Manifesto e la signora Barbara Spinelli su Repubblica. Non riusciamo a togliergli la fiducia alle Camere? Non ce la facciamo con le elezioni perché i cittadini sono indegni di esercitare la sovranità? E allora infamiamolo e paralizziamolo con altri mezzi. Così gli italiani, che loro giudicano rincretiniti ma non perdono mai il common sense, il senso comune, stanno cominciando a reagire. E piano piano gli scandalisti stanno diventando lo scandalo, i nuovi puritani stanno diventando vecchi ipocriti, i neogiacobini che vogliono sostituire al governo un comitato di salute pubblica guidato e orientato da loro, dietro le quinte, prendono ad essere tipi sospetti e perfino sinistri per la maggioranza del paese. Chi mette un ragazzino di tredici anni a recitare in pubblico le litanie dell'odio politico può perfino vincere una battaglia tattica, eccitare una grande folla e ipnotizzare qualche milione di spettatori televisivi per una sera, ma perde l'amore di un antico paese civile e cristiano com'è l'Italia.

    Io sono certo che Napolitano, Bersani, D'Alema, Letta, per non dire di altri politici professionali che la faccia ce la mettono, le elezioni le vincono e le perdono, non stanno al coperto delle lobby miliardarie, queste cose le sanno benissimo. La loro corrività verso questa operazione rischiano di pagarla assai cara. E rischia di pagarla cara un paese intrappolato nel perverso e nel maligno, altro che questione morale. Sicché abbiamo bisogno di due cose, per emendarci e tornare a essere una grande nazione europea capace di distinguere tra il conflitto e il regolare funzionamento delle istituzioni: che il Parlamento torni a rivendicare il suo primato politico, e con coraggio fermi la mano giudiziaria che attenta alla pace civile per ragioni squisitamente politiche, e che Berlusconi esca dall'incantesimo e ritrovi quella calma e serena visione delle cose decisiva, per uno statista come Giovanni Giolitti, al fine di governare lo stato. Nella grandezza e bellezza della politica, l'alta forma di carità di cui parlò Paolo VI, tutto è possibile; mentre fuori da quel sacrario, che i padri costituenti vollero custodire e proteggere con l'articolo 68 della Costituzione, quello per cui sono gli eletti a dire se una indagine è persecutoria o no, niente è possibile se non la rovina comune.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.