Nudi e crudi
Nichi Vendola nudo è bellissimo. Il Giornale ha ripescato la foto del 1979 sulla spiaggia di Capo Rizzuto per mostrare, forse, che lo scandalo sta sempre a sinistra, ma qui la si vede diversamente e si ammira l'allegria, la giovinezza, la libertà. Nudisti siamo (stati) tutti, e tutti abbiamo ancora le foto: nelle spiagge apposite, sulle barche, sulle rocce, in mare, in piscina, dietro le dune, nei tuffi di mezzanotte.
Nichi Vendola nudo è bellissimo. Il Giornale ha ripescato la foto del 1979 sulla spiaggia di Capo Rizzuto per mostrare, forse, che lo scandalo sta sempre a sinistra, ma qui la si vede diversamente e si ammira l'allegria, la giovinezza, la libertà. Nudisti siamo (stati) tutti, e tutti abbiamo ancora le foto: nelle spiagge apposite, sulle barche, sulle rocce, in mare, in piscina, dietro le dune, nei tuffi di mezzanotte. E' una tentazione irresistibile, anche fuori dagli anni Settanta, e un'estate non è una vera estate senza un bagno totalmente svestiti, facendo solo attenzione alle meduse.
Certo, nudi a vent'anni fa ancora un bell'effetto (consiglio ai ventenni: fotografatevi adesso), verso i settanta è meglio coprirsi ma sulle spiagge dei naturisti c'è una certa democrazia anche estetica, quindi togliersi le mutande non è reato. Nichi Vendola abbracciato agli amici (uno sembra Lucio Battisti, l'altro è molto genere Massimo D'Alema), che cammina e forse balla o calcia un'onda sulla battigia sembra una canzone di Rino Gaetano, quella con dentro la spiaggia di Capocotta (“se quest'estate andremo al mare, solo i soldi e tanto amore”). E' una foto di più di trent'anni fa, la copertina di un “giornale di controcultura del movimento gay”, settembre 1979, una cosa piena di spirito, col titolo strillato: “Lucio Dalla non è frocio! Cosa sarà?” e “Seicento tacchi a spillo battono la spiaggia di Capo Rizzuto”, poi le poesie erotiche di Paul Verlaine, e insomma Nichi Vendola, fotografato all'interno del giornale anche in una posa più riflessiva, più vendoliana seppur senza mutande, fa una gran figura.
Spensieratezza gioiosa, esibizione del corpo per il gusto di farlo, neanche un filo di pancia. Lui si è fatto una risata, ieri, quando ha visto la foto pubblicata, non ha detto, come in un'altra occasione: “La violenza contro i corpi sociali e contro i corpi individuali è consustanziale alla modernizzazione dei tecnocrati e dei custodi della grande frode fiscale dominante”. Ha capito che quell'antica nudità, così semplice e d'impatto, può servire adesso anche politicamente, e senza bisogno di narrazioni barocche. Non tutto ha bisogno di essere spiegato, come ad esempio la famosa scelta dell'orecchino. “Perché ho l'orecchino? Mi piaceva l'idea di firmare il mio corpo, inserire una micro-mutazione nella mia corporeità”. La micromutazione della corporeità di Vendola dal 1979 a oggi dev'essere per forza avvenuta, assieme a quella del linguaggio, però il governatore della Puglia sembra sempre in ottima forma e quindi qui si avanza una proposta da campagna elettorale: in nome della massima libertà, trasparenza e novità, modernità e nuova semplicità, contro il modello consumista, moralista e retrogrado, per eliminare le sovrastrutture e gli orpelli, “riprendendo in mano la questione morale con una capacità di autobonifica”, per usare le sue parole, Nichi Vendola dovrebbe davvero diventare subito il nuovo leader del Partito democratico. Proponendosi così, nudo e crudo e per una volta senza frasi folgoranti, nel manifesto elettorale. Sarebbe una bomba. Unico enorme pericolo: scatenare gli immediati istinti competitivi degli avversari, che quasi mai possono permettersi la nudità.
Il Foglio sportivo - in corpore sano