Malafemmina

Annalena Benini

"Ha seguito la caravella delle donne perdute", dice l'amico di famiglia spione alla madre dello studente di Medicina che si è innamorato di una cantante, una ragazza che fa la rivista. Totò chiede: “Chi ha perduto le caramelle?”, Peppino ripete continuamente: “E ho detto tutto”, non sono le caramelle, ma le caravelle, e insomma bisogna partire dal sud e andare a recuperare a Milano questo figlio che si perde con donne di malaffare.

    "Ha seguito la caravella delle donne perdute", dice l'amico di famiglia spione alla madre dello studente di Medicina che si è innamorato di una cantante, una ragazza che fa la rivista. Totò chiede: “Chi ha perduto le caramelle?”, Peppino ripete continuamente: “E ho detto tutto”, non sono le caramelle, ma le caravelle, e insomma bisogna partire dal sud e andare a recuperare a Milano (“ci vogliono almeno quattro giorni per mare”) questo figlio che si perde con donne di malaffare invece di studiare, come sta scritto nella lettera anonima mandata da una tredicenne occhialuta e gelosa. “Totò Peppino e la Malafemmina” è un monumento cinematografico, è il film in cui Totò e Peppino arrivano a Milano e Totò propone di andare a vedere “questo famoso Colosseo”, poi insieme scrivono la lettera alla malafemmina con punto due punti e punto e virgola perché è meglio abbondare (“che non dica che noi siamo provinciali, siamo tirati”).

    Dorian Gray è stata la malafemmina perfetta, di quella bellezza esagerata anni Cinquanta, con il punto vita minuscolo e il petto imponente, bionda avendone tutta l'aria, occhi lunghissimi e ciglia infinite, ragazza ventenne che aveva già fatto molti film e si era scelta un nome d'arte pericoloso: Dorian Gray. Dorian Gray lacera col coltello il proprio ormai mostruoso ritratto e muore, Maria Luisa Mangini si è uccisa con un colpo di pistola alla tempia a settantacinque anni. Resterà per sempre l'icona della malafemmina percepita, che dice, credendo di parlare con due impresari sudamericani: “Io ho molte spese, costumi, vestiti di scena, un tenore di vita”, e Totò e Peppino: “Ah, pure il tenore, vabbè ci parlo io col tenore”. Poi Totò e Peppino, venuti a salvare il nipote dalla malafemmina, si ubriacano con le ragazze della rivista in un ristorante chic di Milano, dove si inchinano al cameriere, gli dicono di accomodarsi e lo chiamano: consigliere.

    La malafemmina in realtà è una bellissima e sacrificale aspirante massaia che, sottoposta al fuoco di fila delle domande delle futura suocera travestita da stiratrice (sapete fare la pasta, e se vostro marito si macchia la giacca con l'inchiostro sapete cosa fare, e avete mai fatto un bucato, e come può laurearsi se non lo lasciate studiare), si conquista il titolo di brava ragazza da sposare. Luminosa e ancillare, rinuncia alla rivista per amore, lascia Milano e va a vivere a Napoli dove il marito diventa medico ed è sempre fuori per lavoro, lei si sorbisce felice la suocera e gli zii matti, dopo avere naturalmente fatto due figli. Ma l'idea potente della femmina di malaffare che costringe alla sublime e comica salita a Milano resterà per sempre nei nostri cuori.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.