Presidente del Csm
Cosa può fare Napolitano per limitare il peso della magistratura militante
Alla fine del giugno 2009 il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si era trovato a dover gestire la complessa convergenza tra l'imminente G8 a L'Aquila e le conseguenze dello scandalo legato a Noemi Letizia, che stava catalizzando il dibattito da quasi due mesi. A toglierlo d'impaccio era stata un'iniziativa risoluta del presidente della Repubblica.
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Alla fine del giugno 2009 il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si era trovato a dover gestire la complessa convergenza tra l'imminente G8 a L'Aquila e le conseguenze dello scandalo legato a Noemi Letizia, che stava catalizzando il dibattito da quasi due mesi. A toglierlo d'impaccio era stata un'iniziativa risoluta del presidente della Repubblica: “Io capisco le ragioni dell'informazione e della politica – aveva detto Napolitano, a Capri per festeggiare l'84esimo compleanno – ma sarebbe giusto, di qui al G8, data le delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale, avere una tregua nelle polemiche”.
Il capo dello stato potrebbe scegliere di intervenire nuovamente, per evitare che una stagione politica ventennale si chiuda con una sentenza giudiziaria. Del resto, Napolitano ha la possibilità di esercitare il ruolo di presidente del Consiglio superiore della magistratura, che lo rende difensore dell'autonomia dei magistrati ma anche garante del giusto processo. Per esempio, poteva il presidente della Repubblica mettere in discussione l'opportunità di un anomalo “rito immediato” nel processo al premier?
“Napolitano deve stare molto attento alle derive che potrebbero sconvolgere il sistema istituzionale” dice al Foglio il magistrato Michele Marchesiello. Il presidente potrebbe intervenire con forza, come quando ha imposto a Fini di autosospendersi dalla presidenza di Fli. “Napolitano cercherà un ruolo attivo – osserva il politologo Angelo Panebianco – ma la situazione istituzionale è tale che difficilmente la sua azione sarà risolutiva”.
“In questo momento il presidente della Repubblica ha dei margini di manovra ridotti”, prosegue Panebianco. “Si è parlato di scioglimento delle Camere, ma la sua linea finora è stata quella di rimettersi al Parlamento, e ragionevolmente credo che sarà la strada che imboccherà. Napolitano non può andare al di là della ‘moral suasion', per fare abbassare i toni”. Nei confronti della magistratura, difficilmente si potrà vedere un capo dello stato interventista quanto lo era stato Francesco Cossiga nella seconda metà degli anni Ottanta. Come precisa il costituzionalista Fulco Lanchester, ordinario di Diritto costituzionale italiano e comparato alla Sapienza di Roma, “Napolitano può genericamente ammonire che ogni potere stia nei binari, ma non può fare un'azione esplicita, mettendo all'angolo uno dei poteri dello stato”. “Il ruolo che ha scelto di interpretare Napolitano è quello di fissare la rotta”, dice Lanchester, “può al massimo servirsi della sua influenza per indirizzare una magistratura che, dopo gli anni Settanta, si ritrova con rapporti gerarchici più deboli, politicizzata e correntizia”.
Per correggere lo squilibrio crescente tra gli attacchi della magistratura e una maggioranza di governo che ne subisce le conseguenze, “sarebbe opportuno che Napolitano invii un messaggio alle Camere”, sostiene il costituzionalista Tommaso Edoardo Frosini. “Invece di servirsi di esternazioni, che poi spesso vengono corrette da una nota del Quirinale, potrebbe chiedere a tutti i poteri dello stato di collaborare con un messaggio ufficiale – dice al Foglio Frosini – anche perché non ha uno strumento per intervenire in modo diretto e immediato sui giudici. Non può ricorrere a un concreto esercizio del potere sulla magistratura, quindi l'unica alternativa per lui praticabile sarebbe un invito, una raccomandazione, nel corso di un plenum del Csm. Sarebbe bene che Napolitano scegliesse di pronunciarsi chiaramente, perché se continua a servirsi solo di esternazioni a mezzo stampa finirà per far alzare la febbre invece di farla abbassare”. Ieri il presidente Napolitano ha ricevuto l'omologo russo Medvedev e ha parlato della collaborazione con il Cremlino, evitando di pronunciarsi in quella che, secondo Lanchester, “è una situazione ai limiti della guerra nucleare, in cui gli scenari di scuola non funzionano”. Il Quirinale deve arrischiare una mediazione tra i poteri, anche se le possibilità di successo sono ridotte. “Anche Fini ha accettato i suggerimenti”, nota la costituzionalista Anna Chimenti, “ma poi ha comunque fondato un partito mentre era presidente della Camera”.
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