He thinks his shit don't stink

Giuliano Ferrara

Roger Cohen è noto per essere un capace reporter e l'autore di una biografia di Agnelli ricomprata dal biografato e misteriosamente mai pubblicata. Ha anche contribuito a una biografia del generale Norman Schwarzkopf, ha appoggiato la guerra di liberazione dell'Iraq, ma non la riscossa finale del generale David Petraeus, ha coperto con onore le guerre balcaniche e ha litigato con l'ebraismo internazionale per i suoi giudizi parecchio controversi sullo status, a suo dire non troppo cattivo, della comunità ebraica in Iran, “paese non totalitario”.

    Roger Cohen è noto per essere un capace reporter e l'autore di una biografia di Agnelli ricomprata dal biografato e misteriosamente mai pubblicata. Ha anche contribuito a una biografia del generale Norman Schwarzkopf, ha appoggiato la guerra di liberazione dell'Iraq, ma non la riscossa finale del generale David Petraeus, ha coperto con onore le guerre balcaniche e ha litigato con l'ebraismo internazionale per i suoi giudizi parecchio controversi sullo status, a suo dire non troppo cattivo, della comunità ebraica in Iran, “paese non totalitario”. Da oggi abbiamo un'informazione in più: he thinks his shit don't stink (la sua non puzza). Un pezzo di insopportabile immodestia e di acuta e snobistica ignoranza dei fatti lo ha messo sulla strada di Berlusconi, del ministro degli Esteri francese, di Sarkozy e dell'Europa in generale. Sprezzante, pettegolo, banale nel tono, il pezzo ha dalla sua qualche argomentazione condivisibile sulla penosa incertezza di molti governi europei nel trattare la rivoluzione araba in corso, ma l'odio mondano per il premier italiano e  il disprezzo affettato, e selettivo, per le classi dirigenti di questa parte di mondo lo conduce a guardare la geopolitica mediterranea dal buco della serratura, un orizzonte visivo non abbastanza largo per capire come stanno le cose. Negli anni di Berlusconi, la politica estera italiana ha saldato il paese al destino della democrazia israeliana, correggendo gli effetti di una storica vicinanza all'Iran della diplomazia italiana, il che è una consolazione non da poco mentre navi da guerra iraniane attraversano il Canale di Suez aperto loro dal golpe militare che ha coronato le proteste della piazza araba. E sempre in questi anni sono stati risolti problemini come il secolare contenzioso ex coloniale con la Libia, il controllo delle frontiere di fronte a luttuose ondate migratorie gestite senza scrupoli da pirati del mare, il rifornimento di energia a costi contenuti. Un alto tasso di testosterone può compiacere lettori che non vedono l'ambivalenza degli esiti possibili della rivolta araba, e ribadire pregiudizi demenziali sui governi europei, alle prese con questioni serie, che sfuggono alla curiosità del gossip e allo snobismo disinformato. Cohen vive a Londra. Domandi a Tony Blair di Berlusconi. Quanto alla freedom agenda, visto che scrive per giornali americani, domandi a Bush jr., e avrà risposte. Per la politica estera sono fonti più interessanti della dottoressa Ilda Boccassini. 

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.