Infelicità, il tuo nome è donna
L'associazione dei ginecologi inglesi ha stabilito che alle donne incinte bisogna dire questo: l'aborto è una pratica medicalmente meno pericolosa del parto. La distinzione relativista tra fatti e valori è un'importante acquisizione della cultura contemporanea, sia nel campo delle scienze umane sia in quello delle scienze naturali, ma qui si forzano parecchio le cose, e nella direzione dell'infelicità femminile. Può essere che in linea di fatto, mettendo da parte quel sostanziale attributo del benessere che è la coscienza umana dell'aver fatto la cosa giusta, un aborto opedaliero sia meno a rischio di un parto.
L'associazione dei ginecologi inglesi ha stabilito che alle donne incinte bisogna dire questo: l'aborto è una pratica medicalmente meno pericolosa del parto. La distinzione relativista tra fatti e valori è un'importante acquisizione della cultura contemporanea, sia nel campo delle scienze umane sia in quello delle scienze naturali, ma qui si forzano parecchio le cose, e nella direzione dell'infelicità femminile. Può essere che in linea di fatto, mettendo da parte quel sostanziale attributo del benessere che è la coscienza umana dell'aver fatto la cosa giusta, un aborto opedaliero sia meno a rischio di un parto. Ma il concepito, di cui le linee guida della ginecologia inglese tacciono, è un fatto e un valore insieme, esattamente come lo è la donna. Che ora è incinta, ma è stata nelle condizioni del suo embrione, fu un giorno concepita per risiedere a tempo nel seno di una madre. E il concepito stesso potrebbe essere una concepita.
Il rigetto del reale e del razionale, che è lo stigma della cultura abortista, fa della donna titolare di “diritti procreativi” un idolo di genere, una astrazione sociologica sconnessa dal complesso di relazioni discendenti e ascendenti che è connaturale alla persona umana, anche a quella di sesso femminile. Solo questo fatale errore, frutto di nebbia ideologica, può portare a negare che la distruzione del feto, eventualmente di una donna concepita, non ha relazione con la donna che concepisce insieme ad un uomo, e che da un maschio e da una femmina fu concepita. La sordità morale fa dell'aborto un crimine moderno (la questione penale è irrilevante di fronte a questa domanda tragica, e niente di penalmente coattivo la risolve). C'è sempre stato, l'aborto, ma non è stato mai socialmente e culturalmente legittimato. E precisamente in questo sta il crimine collettivo contro il quale noi cinici combattiamo.
Il Foglio sportivo - in corpore sano