L'uccellino dalle uova d'oro
Dopo anni di profitti poco rilevanti, Twitter vale oggi quattro miliardi e mezzo di dollari, come dicono le valutazioni di JP Morgan. La banca d'affari americana ha annunciato di essere pronta a rilevare il dieci per cento del social network impegnando 450 milioni di dollari del suo fondo dedicato alle nuove tecnologie – il Digital Growth Fund (Dgf), creato da poco, con una disponibilità di 1,2 miliardi di dollari.
Leggi Il professor Twitter - Leggi Una parodia dell'atticismo classico
Dopo anni di profitti poco rilevanti, Twitter vale oggi quattro miliardi e mezzo di dollari, come dicono le valutazioni di JP Morgan. La banca d'affari americana ha annunciato di essere pronta a rilevare il dieci per cento del social network impegnando 450 milioni di dollari del suo fondo dedicato alle nuove tecnologie – il Digital Growth Fund (Dgf), creato da poco, con una disponibilità di 1,2 miliardi di dollari.
Le forze messe in campo da JP Morgan sono in linea con il vento speculativo che punta alla Silicon Valley: a gennaio Goldman Sachs ha impegnato la stessa somma in Facebook, che però varrebbe 50 miliardi, e non mancano casi come quello del miliardario russo Yuri Milner, che da solo ha investito 200 milioni di dollari nel social network di Mark Zuckerberg. Ma Twitter è soltanto una parte della strategia della banca d'affari, che con il Dgf punta a raccogliere i frutti maturi del mondo di Internet, poco prima che inizino a generare profitti su scale davvero importanti. Tra i progetti più promettenti che JP Morgan avrebbe individuato ci sarebbero Zynga, l'azienda che produce videogiochi molto fortunati come FarmVille e CityVille, il sito per “social shopping” LivingSocial, e persino il servizio telefonico Skype. Il momento è perfetto, visto che tante aziende del cosiddetto Internet 2.0 si stanno preparando al grande salto, la quotazione in Borsa.
Per le trattative JP Morgan si è servita di Chris Sacca, ex uomo di Google, noto soprattutto per le sue camicie da cowboy. Sacca ha avuto l'astuzia di reinventarsi consigliere di Twitter, per poi iniziare a comprare blocchi interi della proprietà, da investitori iniziali e cofondatori.
E ora che Twitter è osannato come alfiere della democrazia e vanta oltre 200 milioni di iscritti, JP Morgan ha pensato bene di investire nel fondo di Sacca. La retorica sui social network si è ormai consumata al punto che persino il Guardian si è preso la briga di ricordare che “Lenin, Fidel Castro e Khomeini hanno fatto rivoluzioni prima di Twitter”. Usare Twitter per raccogliere informazioni, ha scritto il Daily Mail, “è come chiedere un'analisi a una vecchia pazza alla fermata del bus”. Ma lo strumento sta avendo successo, si è guadagnato un clone cinese (Sina Weibo), sta prendendo casa anche in Europa (a Londra) e gli iscritti salgono tanto che il direttore operativo Dick Costolo è costretto a dire: “Stiamo posando i binari in fretta, ma il treno è in corsa”.
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