Una parodia dell'atticismo classico

Alessandro Giuli

Centoquaranta parole per consegnarsi al nulla. Come il crepuscolo che precede la notte è un'alba capovolta, così i tempi ultimi tendono a parodiare l'antichità. E Twitter è appunto la parodia dell'atticismo classico. La sua brevitas imita la continenza scrittoria dell'età ciceroniana, ne rifà il verso evocando la paratassi, la signoria della proposizione principale, la diffidenza verso le subordinate e le ricercatezze prive di essenzialità.

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    Centoquaranta parole per consegnarsi al nulla. Come il crepuscolo che precede la notte è un'alba capovolta, così i tempi ultimi tendono a parodiare l'antichità. E Twitter è appunto la parodia dell'atticismo classico. La sua brevitas imita la continenza scrittoria dell'età ciceroniana, ne rifà il verso evocando la paratassi, la signoria della proposizione principale, la diffidenza verso le subordinate e le ricercatezze prive di essenzialità. In breve, Twitter ambisce a farsi canone stilistico ed è già la sorgente di un nuovo pensare: ultra contratto, tutto anacoluti e batterie di consonanti.

    Ma il canone che cos'è? Dal Primo secolo avanti l'èra volgare, allarmata dalla sopraggiunta ibridazione con la cultura asiatica, la civiltà dell'occidente romano-ellenico si era premurata di classificare (da qui l'aggettivo “classico”) un modello retorico consono al costume dei padri: semplice, grave, austero, armonico, nudo ma ben costumato. A voler risalir li rami, gli esempi non mancavano: attingendo a una scienza analoga a quella della Divina proporzione o del canone di Policleto già prevalenti nell'arte, si trattava di contrapporre un'armonia del discorso orale e scritto alla vaporosa artificiosità dell'asianesimo concepito in Alessandria e ingrassato nella Ionia (l'odierna costa egea della Turchia). Era insomma una questione di stile che celava in sé una battaglia d'idee, con una verità sottaciuta a far da pietra angolare. Questa: se ogni numero ha una configurazione spaziale – per gli antichi il 4 è un quadrato formato da quattro sassolini – anche la composizione di una frase, o di un verso, deve obbedire a una regola estetica discesa da una geometria esatta. Insomma a ciascuno il proprio timbro, ma entro i confini di una metrica sacra. Sicché il perfetto oratore romano è anche vir optimus, sintesi di facondia accompagnata alla pietas, che non è pietà ma forza morale fondata sul rispetto per l'insegnamento divino. Metron ariston, diceva Pitagora per significare che “miglior cosa è la misura”. Di questa misura, sul piano comunicativo, Twitter è piuttosto una contraffazione sincopata prodotta da due patologie caratteristiche della modernità: l'ansia di trasferirsi armi e bagagli in una dimensione immateriale non meglio precisata (il mare grande di Internet) e la fretta, che altro non è se non il timore inconscio di avere i giorni contati.

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