Lettere al direttore
Quella strana bestia delle primarie
Le primarie sono una strana bestia. A volte deludono, a volte eccitano. Torino è stata un piccolo capolavoro, una persona affidabile come Fassino scelta da ben 53 mila elettori del Pd. In Puglia hanno selezionato un simpatico rètore e poeta di una politica che non esiste. A Napoli un pasticcio. A Milano un risultato poco meno che ridicolo.
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Al direttore - Interessante il dibattito proposto ieri dal Foglio sulla necessità di affidare alle primarie la selezione di una nuova classe dirigente. Di certo sarebbe “illuminante” per il centrodestra, ma mi pare che per il Pd, che pure le ha introdotte in Italia, si stiano rivelando un boomerang. Forse il problema è che senza una piattaforma politica condivisa, come avviene negli Stati Uniti, è difficile scegliersi una leadership.
Bruno Mascheroni, via Web
Le primarie sono una strana bestia. A volte deludono, a volte eccitano. Torino è stata un piccolo capolavoro, una persona affidabile come Fassino scelta da ben 53 mila elettori del Pd. In Puglia hanno selezionato un simpatico rètore e poeta di una politica che non esiste. A Napoli un pasticcio. A Milano un risultato poco meno che ridicolo, nonostante la rispettabilità personale del Pisapia. Resta il fatto che, dopo la riforma costituzionale bocciata al referendum, l'unica vera riforma possibile, se ben definita per legge, e in un certo senso già parzialmente attuata, è quella delle primarie, come dimostra anche il successo della cosa in un paese paludato e serioso come la istituzionalissima Francia. La selezione della classe dirigente, dopo la fine dei partiti tradizionali, deve trovare un nuovo strumento o veicolo.
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