Che cosa c'è dietro gli scontri tra copti e musulmani in Egitto

Alberto Mucci

Un altro scontro tra copti e musulmani in Egitto, almeno tredici morti, decine di feriti. Le tensioni non sono una novità del periodo post rivoluzionario, ma la destabilizzazione e l'incertezza rendono ogni circostanza potenzialmente pericolosa. Quest'ultimo scontro è avvenuto in seguito a una manifestazione per l'incendio della chiesa Copta di San Mina e San Giorgio, a sud del Cairo. Hosni Mubarak era considerato dai cristiani un elemento di stabilità, garante di una specie di equilibrio interreligioso nel paese.

    Un altro scontro tra copti e musulmani in Egitto, almeno tredici morti, decine di feriti. Le tensioni non sono una novità del periodo post rivoluzionario, ma la destabilizzazione e l'incertezza rendono ogni circostanza potenzialmente pericolosa. Quest'ultimo scontro è avvenuto in seguito a una manifestazione per l'incendio della chiesa Copta di San Mina e San Giorgio, a sud del Cairo. Hosni Mubarak era considerato dai cristiani un elemento di stabilità, garante di una specie di equilibrio interreligioso nel paese. Ma ora, in questa convulsa transizione, il peso della Fratellanza musulmana potrebbe crescere: secondo alcuni, la forza musulmana sta utilizzando il vuoto di potere per organizzarsi e per tentare l'exploit alle elezioni previste tra agosto e settembre raccogliendo il 30 per cento dei voti.

    Gli osservatori internazionali cercano di capire quali forze stanno avendo il sopravvento nella transizione. Gli occhi sono sempre rivolti agli islamisti, ma in realtà nel campo laico i sindacati stanno facendo una loro rivoluzione nella rivoluzione. Mercoledì scorso una conferenza congiunta, all'interno della sede del sindacato dei giornalisti al Cairo, a cui hanno partecipato rappresentati di diversi sindacati egiziani ha dato vita al primo sindacato indipendente egiziano chiamato Egyptian Federation of Independent Trade Unions e realmente autonomo dalle decisioni del governo. Quando è caduto Mubarak e il potere è passato ai militari le organizzazioni sindacali non si sono mosse da piazza Tahrir: volevano quello per cui si erano battuti, le riforme, i salari aumentati.