Le rivolte in Africa non fermano le persecuzioni di cristiani

Alberto Mucci

Le rivolte arabe avrebbero dovuto portare la democrazia in medio oriente. Per adesso, però, non hanno fermato le violenze contro i cristiani. Tredici copti sono stati uccisi al Cairo negli scontri degli ultimi giorni. Notizie di persecuzioni arrivano anche dal Corno d'Africa: in Etiopia, sono state bruciate 59 chiese insieme a molte abitazioni di cristiani, che qui rappresentano la maggioranza della popolazione.

    Le rivolte arabe avrebbero dovuto portare la democrazia in medio oriente. Per adesso, però, non hanno fermato le violenze contro i cristiani. Tredici copti sono stati uccisi al Cairo negli scontri degli ultimi giorni. Notizie di persecuzioni arrivano anche dal Corno d'Africa: in Etiopia, sono state bruciate 59 chiese insieme a molte abitazioni di cristiani, che qui rappresentano la maggioranza della popolazione.

    Gli attacchi sono avvenuti nella regione dell'Oromya, a sud del paese. La polizia federale ha indicato un gruppo di islamisti che raccoglie soprattutto Etiopi e Somali come il principale responsabile delle violenze, e ha arrestato 130 persone. Secondo l'International Christian Concern, una ong statunitense, l'azione degli estremisti sarebbe la risposta a una provocazione che alcuni cristiani avrebbero fatto strappando un Corano in pubblico.
    Deve però essere presa in considerazione la crescente influenza che al Shabab, un gruppo terroristico legata ad al Qaeda, ha nel paese, e la possibilità che le recenti aggressioni alle chiese etiopi siano legate alle operazioni militari che il governo di Adis Abeba sta conducendo in Somalia. Sono quasi due settimane che le truppe etiopi, affiancate da quelle dell'Unione Africana, hanno lanciato un'offensiva contro il gruppo islamico che controlla gran parte del sud della Somalia e vaste aree della capitale.