Lo scenario peggiore

Luigi De Biase

Il sisma di venerdì ha fatto “oltre diecimila vittime” in Giappone, ma il disastro più temuto, quello nucleare, è cominciato ieri. Le autorità hanno deciso un piano di emergenza per i cittadini che vivono intorno a Fukushima, sulla costa orientale.

    Il sisma di venerdì ha fatto “oltre diecimila vittime” in Giappone, ma il disastro più temuto, quello nucleare, è cominciato ieri. Le autorità hanno deciso un piano di emergenza per i cittadini che vivono intorno a Fukushima, sulla costa orientale: l'impianto atomico della città è in condizioni critiche, quattro dei suoi sei reattori rischiano il collasso e la nube radioattiva ha già raggiunto Tokyo. “Questo è il peggiore scenario possibile – dice al Foglio Giovanni Fiorentini, un esperto dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) – Nelle prossime ore potremmo assistere alle prime morti per contagio da radiazione”.

    La centrale di Fukushima si è fermata cinque giorni fa, dopo le prime scosse di terremoto. Da allora è stata colpita da tre esplosioni: l'ultima ieri mattina, al reattore numero due, mentre un incendio è scoppiato al numero quattro. La società che gestisce l'impianto, Topeco, ha ritirato ottocento dipendenti dalla zona. Sul posto restano soltanto le squadre di emergenza, una cinquantina di uomini con un'impresa difficile: cercano di raffreddare l'uranio usando l'acqua dell'oceano, ma i tentativi hanno avuto poco successo sinora. Per gli analisti dell'Aiea, il processo di fusione sarebbe già cominciato almeno in due reattori. “Sino a lunedì il pericolo era circoscritto all'area di Fukushima – spiega Fiorentini – Ieri, gli eventi hanno preso una piega decisamente negativa.

    L'incendio al reattore numero quattro ha portato nell'aria una grande quantità di materiale radioattivo, che è già stato trasportato a chilometri di distanza dalle nubi”. Il livello di radioattività registrato a Tokyo è venti volte superiore rispetto agli standard.
    Il premier giapponese, Naoto Kan, è tornato ieri di fronte alle telecamere per chiedere di “mantenere la calma”. Si è presentato ai giornalisti indossando la stessa tuta dei soccorritori e ha fatto un inchino alla bandiera prima di parlare. Kan ha detto che duecentomila cittadini saranno evacuati da Fukushima, e ha esortato quelli che vivono nel cerchio rosso intorno alla centrale a “non lasciare le abitazioni”. Nessuno sa dire con certezza quello che accadrà, perché è la prima volta che la scienza si confronta con un incidente di tali proporzioni. “Il rischio più imminente è che il combustibile sfondi le protezioni e penetri nel terreno – dice Fiorentini, che dirige il laboratorio di Legnaro, una delle quattro grandi strutture dell'Infn – Il reattore numero tre non contiene soltanto uranio, ma anche plutonio, un avvelenatore chimico estremamente pericoloso”.

    La presenza di questa miscela nel terreno avrebbe conseguenze catastrofiche e durature sull'ecosistema. Gli esperti giapponesi si affidano alla struttura di cemento che contiene le barre di uranio, anche se quella dei reattori uno e due avrebbero già riportato danni. “In condizioni normali, il combustibile è immerso nell'acqua e può trasferire al liquido il calore – dice Fiorentini – Oggi i contenitori sono vuoti e la temperatura delle barre continua ad aumentare. Almeno una frazione del nocciolo potrebbe avere raggiunto il punto di fusione”. A Fukushima, il livello delle radiazioni è diecimila volte più alto del normale: i tecnici al lavoro nella centrale assumono in un'ora le radiazioni di un intero anno. Topeco ha ancora una squadra di emergenza nell'impianto. Lavorano con turni strettissimi e vivono nella sala dei controlli, che dispone di protezioni speciali. Undici sono morti lunedì, nell'esplosione che ha colpito il reattore numero tre. Le autorità giapponesi hanno poche alternative sul tavolo: Fukushima non si può abbandonare e Kan ha già fatto capire al paese di essere pronto ad aggiornare la conta delle vittime. “Chi vive nella zona deve restare dentro casa, deve chiudere le finestre ed evitare ogni contatto con l'esterno”, ha ripetuto ieri il capo del Consiglio di sicurezza, Yukio Edano.

    L'emergenza ha già superato la striscia di trenta chilometri intorno alla centrale. “I reattori sprigionano nell'aria ormai da cinque giorni sostanze contaminate, e il vento le sta trasportando in ogni direzione”, spiega Fiorentini. Secondo l'esperto, l'Europa è troppo lontana per temere conseguenze, ma altri paesi dell'Asia potrebbero essere costretti a misure straordinarie già nei prossimi giorni. Il commissario all'Energia dell'Ue, Günther Oettinger, ha detto ieri che in Giappone è in corso “un'apocalisse”, mentre gli Stati Uniti hanno diramato un allerta per la nube atomica.