Una ragazza da linciare
I cellulari pronti a scattare come sassi da tirare
Vorrei essere stata solo per un attimo nei panni di uno di quelli o quelle che ieri a Maglie, subito dopo cena, invece di starsene tranquilli in poltrona a guardarsi quel capolavoro di “Montalbano” hanno avuto il cuore di infilarsi cappotto e cappello firmato Dolce & Gabbana per presentarsi di fronte al locale “Tempo Zero” ad aspettare la ragazzina Karima El Mahroug detta Ruby Rubacuori, assediando l'auto da cui doveva scendere.
Ogni ora verrà pubblicato un intervento sul "linciaggio morale di Ruby, capro espiatorio dell'Italia neopuritana".
Ogni ora verrà pubblicato un intervento sul "linciaggio morale di Ruby, capro espiatorio dell'Italia neopuritana".
Guarda la puntata di Qui Radio Londra su Ruby - Leggi Il linciaggio morale di Ruby, capro espiatorio dell'Italia neopuritana di Giuliano Ferrara
Vorrei essere stata solo per un attimo nei panni di uno di quelli o quelle che ieri a Maglie, subito dopo cena, invece di starsene tranquilli in poltrona a guardarsi quel capolavoro di “Montalbano” hanno avuto il cuore di infilarsi cappotto e cappello firmato Dolce & Gabbana per presentarsi di fronte al locale “Tempo Zero” ad aspettare la ragazzina Karima El Mahroug detta Ruby Rubacuori, assediando l'auto da cui doveva scendere, i cellulari pronti a scattare come sassi da tirare, una lapidazione morale a cui è mancato appena un soffio per diventare una sassaiola reale. Vorrei percepire la qualità dell'energia che li ha mossi.
Vorrei essere non dico Gesù Cristo che salva l'adultera dalle pietre, mi accontenterei di molto meno, di essere la madre di quella ragazzina, e anzi lo sono, per strappare gli occhi con le unghie uno a uno ai barbari di quell'orda eccitata che gridava “Vergogna!” e “Non ti vogliamo”, quando la verità sarebbe suonata: “Ti vogliamo”, “Vogliamo sbranarti”, “Datela a noi che le facciamo la festa”.
Uno stupro virtuale, un omicidio simbolico, tutta la rabbia e la violenza accumulate in corpo scaricate contro una bambina messa alla gogna. Sono millenni che gli uomini lo fanno contro le donne, bersaglio della loro impotenza, della loro frustrazione, della loro invidia. C'è voluto Gesù, infatti. E a quanto pare nemmeno lui è bastato.
Ho paura di vivere in un paese così, nel paese delle dignitose contro le indegne, dell'ipocrisia elevata a sistema, del gioioso sputtanamento internazionale, della violenza travestita da morale, dell'assoluta mancanza di pietà e di carità.
Si comincia con le raccolta di firme per chiedere le dimissioni di Nicole Minetti, si finisce con il linciaggio di Ruby, e il seguito potrebbe essere anche peggio.
Mi manca tanto Roberta Tatafiore, che su tutto questo avrebbe saputo bene che cosa dire e come dirlo, ma purtroppo non l'abbiamo più. E devo accontentarmi del mio orrore.
Il Foglio sportivo - in corpore sano