Tutte le differenze tra la tragedia di Hiroshima e quella di Fukushima

Luigi De Biase

Gli elicotteri dell'esercito hanno raggiunto ieri la centrale di Fukushima, sulla costa orientale del Giappone, per scaricare acqua sui reattori nucleari, ma sono dovuti rientrare alla base pochi metri prima di raggiungere l'obiettivo. Secondo la tv pubblica Nhk, il livello delle radiazioni era troppo elevato per portare a termine la missione. A Fukushima, così come a Tokyo, è stato un altro giorno di attesa.

    Gli elicotteri dell'esercito hanno raggiunto ieri la centrale di Fukushima, sulla costa orientale del Giappone, per scaricare acqua sui reattori nucleari, ma sono dovuti rientrare alla base pochi metri prima di raggiungere l'obiettivo. Secondo la tv pubblica Nhk, il livello delle radiazioni era troppo elevato per portare a termine la missione. A Fukushima, così come a Tokyo, è stato un altro giorno di attesa. Le notizie in arrivo dalla zona del disastro sono ancora troppo confuse per fornire risposte definitive. Ieri si è parlato di un nuovo incendio al reattore numero quattro, ma neppure la società che gestisce l'impianto, Tepco, è riuscita a verificare l'indiscrezione. Una squadra di cinquanta soccorritori cerca di raffreddare le barre di uranio ormai da sei giorni: i tentativi non hanno avuto fortuna, la radioattività sale e si teme che i contenitori del combustibile siano danneggiati. L'imperatore Akihito ha chiesto ieri ai giapponesi di restare uniti e di “agire con compassione in questi tempi difficili”. Akihito ha detto anche di essere “profondamente preoccupato”. Il presidente della Nuclear regulatory commission americana, Gregory Jaczko, ha confermato che la situazione è “estremamente seria”.

    A Fukushima, le autorità affrontano il peggiore scenario possibile. La crisi presenta due pericoli imminenti: il primo è la fusione del nocciolo, che potrebbe avere conseguenze disastrose sia per chi vive nella zona, sia per l'ambiente; il secondo è la contaminazione. Tuttavia, dicono gli esperti sentiti dal Foglio, è improprio paragonare gli effetti di una fusione a quelli di una eplosione: una centrale non è una bomba. Per il direttore dell'Istituto di fisica del plasma di Milano, Maurizio Lontano, il combustibile delle armi atomiche è “molto più arricchito” rispetto a quello usato nell'industria civile. “Una volta arrivato a duemila gradi, l'uranio fonde. Questo è il suo destino. La bomba atomica, al contrario, è progettata per produrre reazioni a catena”. Il Giappone ha già conosciuto la sciagura delle armi nucleari.

    Il 6 e il 9 agosto del 1945, i bombardieri americani scaricarono due ordigni su Hiroshima e Nagasaki. “Little Boy” e “Fat Man”, questi i nomignoli delle bombe, fecero 250 mila morti. Secondo una ricerca portata a termine dalle autorità americane, il 60 per cento delle vittime morì per l'esplosione, il 20 per cento a causa delle ustioni e il 10 per il contagio radioattivo.
    L'industria bellica ha seguito i progressi raggiunti da quella civile ed è oggi in grado di costruire armi ancora più avanzate, come le bombe termonucleari o quelle a neutroni. Secondo Lontano, “il processo di fusione non ha la potenza e l'impatto devastante di una esplosione nucleare”.

    L'altro grande pericolo che si registra in questi giorni è legato al livello delle radiazioni. Secondo un esperto dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Adolfo Esposito, i dati che arrivano dal Giappone sono ancora “troppo confusi” per essere analizzati. Ma il paragone con Hiroshima e Nagasaki risulta nuovamente improprio. “In quel caso, il materiale contaminato si diffuse rapidamente nell'aria. A Fukushima, invece, ci sono soltanto dispersioni gassose. Si tratta di due eventi completamente diversi”. Come ricorda Esposito, i due ordigni dell'agosto '45 fecero la metà dei morti nelle prime ventiquattro ore dal bombardamento: la maggior parte dei decessi, in altre parole, avvenne a causa delle esplosioni. “Gli effetti a lungo termine comprendono l'aumento dei casi di tumore, soprattutto alla tiroide – spiega al Foglio l'esperto dell'Infn – Questa conseguenza si è verificata sia a Hiroshima e Nagasaki, sia a Chernobyl. Il governo giapponese sta già prendendo tutte le precauzioni necessarie per abbassare il rischio. L'area intorno alla centrale è stata evacuata, e i centri di assistenza sanitaria hanno ricevuto scorte di iodio, che sarà distribuito ai cittadini al momento opportuno”.