Arriva il Pentagono
La tragedia invisibile è già avvenuta?
La sensazione spettrale a Fukushima è che quello che avrebbe potuto succedere sia già successo. Il primo a manifestare questa paura è stato Gregory Jaczko, presidente dell'agenzia che regola il settore dell'energia nucleare negli Stati Uniti: “Raccomandiamo di evacuare un'area molto più ampia di quella indicata dalle autorità giapponesi”.
Sembra riuscita l'operazione di versamento di acqua, attraverso il ricorso a camion cisterna e autopompe, nel reattore tre della centrale atomica di Fukushima 1. Lo ha reso noto il portavoce del governo giapponese, Yukio Edano. I tecnici hanno esplicitamente ammesso che, per evitare la catastrofe atomica a Fukushima, l'unica soluzione potrebbe essere quella di seppellire l'impianto nucleare con una colata di sabbia e calcestruzzo, lo stesso metodo utilizzato a Chernobyl.
La sensazione spettrale a Fukushima è che quello che avrebbe potuto succedere sia già successo. Il primo a manifestare questa paura è stato Gregory Jaczko, presidente dell'agenzia che regola il settore dell'energia nucleare negli Stati Uniti: “Raccomandiamo di evacuare un'area molto più ampia di quella indicata dalle autorità giapponesi”. Jaczko crede “che non ci sia più acqua nei reattori, che le piscine di raffreddamento del terzo reattore perdano liquido e che il livello delle radiazioni sia estremamente alto”. Dal secondo, dal terzo e dal quarto reattore salgono colonne di vapore, il liquido di raffreddamento sta evaporando. Lo si vede anche in un video girato da un elicottero della Tepco (visibile in fondo alla pagina), in cui le strutture della centrale, passate in rassegna, appaiono cataste di macerie, devastate dalle esplosioni e dagli incendi.
A preoccupare maggiormente, però, è quello che non si vede. L'azione combinata degli elicotteri e dei mezzi via terra non è riuscita ad abbassare la temperatura del reattore. I militari hanno detto che l'acqua è penetrata nelle strutture, ma non si può dire se abbia raggiunto l'obiettivo sperato. Anche la società che gestisce l'impianto, la Tepco, è stata prudente sull'efficacia del rimedio, visto che la radioattività è comunque salita dopo le operazioni. Poco prima delle dieci del mattino locali, due elicotteri CH-47 Chinook delle Forze armate giapponesi avevano iniziato a scaricare acqua marina sul terzo reattore della centrale di Fukushima. Quattro voli, e poi se ne sono andati. In serata, i getti di sei autopompe hanno provato a continuare l'azione di raffreddamento iniziata in volo, ma dopo 40 minuti hanno dovuto lasciare, a causa delle radiazioni eccessive. “Abbiamo deciso di farlo perché riteniamo che oggi sia il limite massimo di tempo”, ha detto da Tokyo il ministro della Difesa, Toshimi Kitazawa.
“Non hanno altra soluzione, devono abbassare la temperatura per tenere a bada la pressione all'interno del contenitore”, spiega al Foglio il professor Giovanni Ricco, dell'Istituto nazionale di fisica nucleare: “Da quello che sappiamo, il reattore dovrebbe essersi spento subito dopo il sisma, come da protocollo. Non sta più avvenendo fissione, ma resta il combustibile nucleare. E' come se, una volta spento il fuoco, restasse la brace, che continua a riscaldare. Quindi bisogna raffreddare sia il nocciolo, per evitare la fusione, sia l'esterno della struttura, per evitare che l'idrogeno che si è formato (per una reazione chimica tra l'acqua e le barre di zirconio, che contengono l'uranio) la faccia scoppiare”. Non ci sono ipotesi di scuola, perché “nei precedenti incidenti nucleari gli impianti sono sempre stati riforniti d'acqua”. Nel corso della giornata, la Tepco è riuscita ad allacciare l'impianto alla rete elettrica esterna, ma non è chiaro se è già possibile alimentare la centrale. L'operatore giapponese dice di aver bisogno di altro tempo, ma è possibile che già da oggi sia in grado di rimettere in funzione le pompe danneggiate dal maremoto, partendo da quelle del secondo reattore. “Se riusciremo a far funzionare la connessione avremo modo di pompare l'acqua dal mare ai reattori”, dicono da Tepco. In attesa di azioni più incisive, elicotteri e autopompe continueranno a scaricare acqua dall'esterno, anche oggi.
Il Pentagono ha mandato una squadra di nove persone sul posto, per valutare con che forze l'esercito americano possa aiutare a gestire l'emergenza. Nel frattempo, il governo giapponese ha avvertito che l'area di Tokyo subirà dei blackout se non si ridurranno i consumi, che ieri hanno sfiorato la disponibilità massima offerta dalla rete elettrica. Per questo ha ridotto il numero dei treni in servizio e ha chiesto a negozi e uffici di ridurre al minimo le attività. Le aree più colpite faticano ancora a essere raggiunte dai rifornimenti di acqua, cibo e carburante. I consumi vanno razionati, ma i giapponesi devono vedersela con il freddo e la neve, anche se le previsioni lasciano intravedere un progressivo innalzamento delle temperature. Nel nord del paese, 850 mila abitazioni non hanno accesso all'energia elettrica, mentre le temperature restano prossime allo zero. Una scossa di 5.8 gradi Richter ha colpito la costa orientale, mentre le autorità aggiornavano i dati ufficiali: a una settimana dal sisma, la somma di vittime e dispersi supera le 15 mila persone.
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