Con chi parla Sarkozy in Libia
Il Consiglio nazionale di Transizione in Libia ha scelto Mahmoud Jibril come primo ministro del nuovo governo ad interim. Secondo quanto riporta la tv araba al Jazeera, i ribelli si sono astenuti dal formare un esecutivo fino a questo punto “per paura di dividere politicamente il paese”, ma qualche giorno fa il portavoce del nuovo governo ha detto che “è arrivato il momento per creare un corpo esecutivo e prendere il controllo provvedendo anche a un sistema amministrativo”.
Il Consiglio nazionale di Transizione in Libia ha scelto Mahmoud Jibril come primo ministro del nuovo governo ad interim. Secondo quanto riporta la tv araba al Jazeera, i ribelli si sono astenuti dal formare un esecutivo fino a questo punto “per paura di dividere politicamente il paese”, ma qualche giorno fa il portavoce del nuovo governo ha detto che “è arrivato il momento per creare un corpo esecutivo e prendere il controllo provvedendo anche a un sistema amministrativo”.
Jibril si è fatto notare sulla scena internazionale per la prima volta durante la sua visita a Parigi con il presidente francese Nicolas Sarkozy, il primo a riconoscere il governo di transizione libico “come unico interlocutore”, e il successivo incontro con il segretario di stato americano, Hillary Clinton.
Laureto all'università del Cairo nel 1975, Jibril ha conseguito un master e un dottorato all'università di Pittsburgh; divenuto docente dello stesso ateneo, per diversi anni ha insegnato pianificazione strategica e manageriale. Agli anni accademici seguiranno anni di lavoro nel settore privato, grazie al quale il nuovo premier ha potuto conoscere la maggior parte dei paesi arabi, istituendo programmi per il training manageriale.
Dopo il periodo accademico Jibril tornerà in Libia, dove comincerà a lavorare per il governo. E' prima a capo di un think tank che fa riferimento direttamente a Gheddafi, poi ricopre cariche burocratiche all'interno di alcuni ministeri per poi diventare capo del National economic development board, l'ente incaricato del processo di apertura economica voluto da Gheddafi a partire dal 2004, subito dopo che la Libia fu tolta dalla lista degli “stati sponsor del terrorismo”.
Jibril era l'uomo dei rapporti con l'estero, un alleato del figlio di Gheddafi, Saif al Islam, e di conseguenza un volto riformista all'interno del regime. Il primo ministro del governo di transizione era considerato l'uomo di Londra e di Washington, l'interlocutore principale delle compagnie straniere (soprattutto petrolifere) interessate a fare affari in Libia. Un cablogramma di Wikileaks, scritto dall'ora ambasciatore americano in Libia, Gene Cretz, ha descritto Jibril come “un interlocutore serio che comprende il punto di vista americano”.
I dubbi sul personaggio sono più che leciti. Jibril fino a un mese fa lavorava alle dipendenze dirette del colonnello. Il sistema politico libico è strutturato secondo un modello tribale, la famiglia di Jibril è parte della famiglia dei Magariha una tribù storicamente opposta alla tribù dei Qadhadfa a cui appartiene la famiglia dei Gheddafi. Gli scontri in Libia stanno prendendo sempre più l'aspetto di una guerra tribale invece che di un movimento democratico, sostenere un personaggio fino a poco tempo fa sconosciuto potrebbe rivelarsi solo un cambiamento di regime.
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