Scalzi amari
Continuando a queste vertiginose velocità sulla strada del casual (inteso come abbigliamento appositamente casuale), presto a Downing Street lavoreranno direttamente in mutande, con la barba sfatta e lo spazzolino da denti in bocca. Steve Hilton è il direttore della strategia comunicativa di David Cameron, e già in condizioni di formalità arriva al lavoro in bicicletta con canottiera e pantaloncini. Adesso riceve ospiti governativi e tiene discorsi al posto del premier in calzini, e basta.
Continuando a queste vertiginose velocità sulla strada del casual (inteso come abbigliamento appositamente casuale), presto a Downing Street lavoreranno direttamente in mutande, con la barba sfatta e lo spazzolino da denti in bocca. Steve Hilton è il direttore della strategia comunicativa di David Cameron, e già in condizioni di formalità arriva al lavoro in bicicletta con canottiera e pantaloncini. Adesso riceve ospiti governativi e tiene discorsi al posto del premier in calzini, e basta. Andrew Mitchell, segretario di stato per lo Sviluppo internazionale, l'ha imitato a un incontro ufficiale, saltellando qua e là e facendo gli onori di casa senza scarpe. Probabilmente d'estate staranno a piedi nudi, o in ciabatte di plastica come Marc Zuckerberg. Solo che Zuckerberg è un ragazzo, un creativo, un genio, uno che lavora al computer e fa un po' come gli pare, loro sono uomini di stato, non necessariamente geni, scalzi (forse, come in quella favola, credono di avere ai piedi scarpe elegantissime e raffinate, e a un certo punto un bambino urlerà: “Sono scalzi”, ma è improbabile).
Se la motivazione ufficiale è che bisogna stare a proprio agio e quel che conta non è l'abito ma la sostanza delle strategie politiche, perché non smettere di pettinarsi (Steve Hilton è già rasato a zero), di vestirsi, di scendere dal letto? Si potrebbero organizzare riunioni direttamente in bagno, per offrire un'idea più netta di informalità, e chi aspetta il turno per parlare intanto può fare una doccia, mentre i vari segretari di stato si sistemano l'accappatoio. Sull'Independent hanno spiegato che comunque Steve Hilton, il direttore della strategia comunicativa, è per la formalità quel che Silvio Berlusconi è per la castità, quindi non si intende fare del moralismo scarparo, ma far notare che le scarpe sono perfino più utili della cravatta, e un paio di calze blu dopo pochi minuti di passeggiata saranno per forza color polvere: non è un bello spettacolo.
Un conto è il buco nella suola della scarpa di Barack Obama, che simboleggiava zelo, impegno, fatica, un conto sono un paio di calzini sporchi. E i bassi, cioè i diversamente alti, non avranno nessuna chance di sembrare (con l'aiuto di solette e tacchi a scomparsa) meno bassi. Carla Bruni dovrà farsi amputare gli arti, per non divorziare da Nicolas Sarkozy. Il nostro premier invece brevetterà immediatamente dei tacchi invisibili di silicone da applicare direttamente sotto i talloni. Renato Brunetta dovrà segnalare la propria presenza alle riunioni con dei fari abbaglianti, e tutti sembreranno un po' meno intelligenti. Tra l'altro è universalmente noto che le calze si bucano sempre nei momenti peggiori (all'aeroporto, se bisogna passare i controlli anti terrorismo, dal medico, in barca, quando è vietato tenere addosso le scarpe, al primo incontro amoroso con una ragazza bellissima). Se il problema non è il disperato e teso tentativo di sembrare rilassati e anticonformisti, ma la scomodità di un paio di scarpe stringate da indossare tutto il giorno, là fuori c'è una fila di ragazze in attesa, abituate a scalare le montagne sui tacchi alti senza un lamento. Altrimenti, le pattine potrebbero essere un buon compromesso con la modernità.
Il Foglio sportivo - in corpore sano