Affondare i processi o usarli per affondare il governo?/ 10
Quella carica di eros giudiziario nascosta dietro l'irruzione del Cav. nei santuari della magistratura
Le aule del tribunale, i giudici e i piemme, i testimoni e il pubblico, quello presente in loco e quello con gli occhi attaccati alla tivù… il Cavaliere ha trovato un nuovo modo di divertirsi, di scatenare la sua indomabile hybris – ma chiamiamola pure verve. Che formidabile passo! Il Cavaliere ha inteso che quel che più temeva e considerava ostile, preposto alla sua castrazione, è in realtà il suo più formidabile alleato, il ruffiano dell'estremo suo godimento quale Lele Mora se lo sogna.
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Le aule del tribunale, i giudici e i piemme, i testimoni e il pubblico, quello presente in loco e quello con gli occhi attaccati alla tivù… il Cavaliere ha trovato un nuovo modo di divertirsi, di scatenare la sua indomabile hybris – ma chiamiamola pure verve. Che formidabile passo! Il Cavaliere ha inteso che quel che più temeva e considerava ostile, preposto alla sua castrazione, è in realtà il suo più formidabile alleato, il ruffiano dell'estremo suo godimento quale Lele Mora se lo sogna.
La magistratura milanese è davvero generosa: per anni e anni il Cav. ha largamente beneficiato del furore puritano dei giudici che, pur d'ingabbiarlo, saltavano spesso e volentieri la procedura e si esibivano in masochiste esternazioni, venendo così infilzati e ricusati dagli occhiuti avvocati. Errori sospetti, signori giudici, che rivelano quanto inconsciamente siate pro reo, accecati da quell'odio che è… amore inconscio. Anche a voi piace il sabba, purché rigorosamente giudiziario, in modo da lenire il senso di colpa che un tal bordel ingenera. E' il fobico erotismo dell'inquisitore, nel suo insostenibile desiderio di farsi strega.
Ma ora la strega è passata alla controffensiva, anzi al contropiede, e viene a stanarvi nei vostri santuari, signori giudici, e balla sul rogo. C'est la lutte finale, ma tranquilli, nessuna ghigliottina, il Cavaliere aborre il sangue, a lui piace solo giocare e ha trovato nel vostro ambiente un'ineguagliabile Disneyland. Che meraviglia quei parrucconi sempre solidali tra di loro, pronti a tuonare contro precarie immunità dall'alto della loro rocciosissima.
Ci attendono giorni di sfrenato eros giudiziario: so quanto le pandette vi si prestino con i loro mille vicoli oscuri e il fuoco di sbarramento di certi giornali eguaglierà quelli di Rio de Janeiro; sarà un carnevale mai visto, una lezione indimenticabile di nonsoché. Queste sono le vere lezioni, che non ci rifilano una dottrina ma ci scaraventano nell'ignoto senza puntare il ditino ma mordendolo o maliziosamente succhiandolo, come le signorine al banco dei testimoni che si scopriranno le cosce ammiccando ora all'uno ora all'altro, testimoni d'un'accusa che si fa difesa, e viceversa, e tutti a correre su quel nastro di Moebius dove il bene e il male intrecciano maliziose danze.
Con questa sua sortita il Cavaliere dice che non solo i giudici vanno riformati e le leggi mutate, ma che gli stessi avvocati sono diventati inutili, sicché potrà risparmiare qualche centinaio di milioni di euro. Gli avvocati diventano inutili quando gli imputati, invece di affidare loro la propria parola e il proprio destino – a mio parere è già un segno di colpevolezza, o almeno d'irresponsabilità, o di viltà – osano cavalcare le accuse, contestarle, piegarle, metterle in fuga e inseguirle tra frizzi e lazzi e, nel caso del Cav., ancor prima della pugna cingersene il capo come d'un lauro. Mi auguro che il buonumore del Cav. riscatti lo squallore dei fascicoli giudiziari e li colori, ne faccia aeroplanini di carta, qualcosa di giocoso e di vivo, un teatro satirico per una grande lezione di diritto, ma anche di rovescio, direbbe Totò, che come il Cav. amava il paradosso e le parole in libertà, la verità nuda e cruda essendo roba da macellai.
I processi distraggono il Cavaliere da altri impegni ben più importanti? Nessun impegno è più importante della riforma della giustizia e il Cav. sa che per compierla deve offrirsi in anima e corpo quale capro… espiatorio? No, capro e basta, un capro che rifiuta ogni espiazione lasciandola ai suoi severi rivali, e per lieti pascoli felice saltella incornando qua e là.
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