Col Pd ma anche col Pdl. Il partito di Fini alla prova del modello dei due forni
Lo stato di follia psicotica dentro Futuro e libertà è arrivato a livelli di guardia: lo scontro tra falchi e colombe sembra un'antica età dell'oro rispetto al tutti contro tutti di questi ultimi giorni. Via i fasciocomunisti, abbasso i criptoberlusconiani, basta coi mozzorecchi, nessuna trattativa coi ladri. Più che squagliarsi al sole della Santa alleanza, il partito di Gianfranco Fini si sta dissolvendo a contatto con la realtà: le acrobazie a cui s'è costretto tra collocazione ideale e agire quotidiano, tra storie di destra e praticaccia democristiana alla fine lo hanno messo di fronte a una situazione non facile.
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Lo stato di follia psicotica dentro Futuro e libertà è arrivato a livelli di guardia: lo scontro tra falchi e colombe sembra un'antica età dell'oro rispetto al tutti contro tutti di questi ultimi giorni. Via i fasciocomunisti, abbasso i criptoberlusconiani, basta coi mozzorecchi, nessuna trattativa coi ladri. Più che squagliarsi al sole della Santa alleanza, il partito di Gianfranco Fini si sta dissolvendo a contatto con la realtà: le acrobazie a cui s'è costretto tra collocazione ideale e agire quotidiano, tra storie di destra e praticaccia democristiana alla fine lo hanno messo di fronte a una situazione non facile. Se a Olbia – ma gli esempi potrebbero essere decine – Fli appoggia un candidato ex Pdl sostenuto dalla vecchia Unione e dal Terzo polo (con un po' di Udc in lista pure col centrodestra), in Sicilia e nelle Marche si fanno accordi coi berlusconiani, a Latina si tenta di smaltire lo psicodramma innescato da Antonio Pennacchi e a Crotone di non far scoppiare quello di Angela Napoli. Fli, infatti, vorrebbe appoggiare la candidata del Pd Giusy Regalino contro la senatrice Udc Dorina Bianchi, sostenuta pure dal Pdl, ma la pasdaran legalista non ne vuole sapere: il problema non è la Santa alleanza, ma il fatto che il Pd crotonese “fa riferimento ad Enzo Sculco, condannato in Cassazione per i reati di truffa, tentata truffa, concussione, frode in pubbliche forniture e abuso d'ufficio”. Fosse solo per la Napoli deputata, però, andrebbe ancora bene, ma il problema vero è Napoli città, dove Fli s'è squagliata dalla sera alla mattina.
La battaglia partenopea, iniziata qualche settimana fa, più che altro consegna al discredito il “modello Bocchino” di gestione dell'arcipelago finiano: neanche 24 ore fa, infatti, il coordinatore campano di Fli, l'eurodeputato Enzo Rivellini, ha annunciato l'incredibile: e cioè che “Futuro e libertà sosterrà il candidato sindaco del Pdl Lettieri, perché il Terzo polo vuole fare l'accordo con la sinistra al secondo turno e noi siamo una forza di centrodestra”. L'antefatto è semplice: era accaduto che Rivellini – che voleva candidarsi lui a succedere alla Iervolino – era stato accantonato a favore di Raimondo Pasquino, rettore a Salerno e vicino all'Udc, poi (e siamo alla settimana scorsa) s'era visto pure commissariare nel partito attraverso l'arrivo di gente dal non indifferente peso elettoral-clientelare: l'ex consigliere regionale Pietro Diodato (decaduto dopo una condanna per disordini elettorali), il deputato Luigi Muro e Alfredo Vito, già famoso come “Mister 100 mila preferenze”, difficili trascorsi giudiziari pure lui. “E il codice etico?”, hanno chiesto gli altri finiani a Bocchino.
Nessuna risposta. Intanto, ieri, Rivellini ha sostanzialmente fatto il primo passo per tornare dal Cavaliere via Forza del sud. Solo che, mentre già si preparavano a cacciarlo da Fli, la faccenda s'è ulteriormente complicata. I “moderati” Urso e Ronchi – dopo un paio di chiacchierate alla Camera proprio col sudista Gianfranco Miccichè – hanno deciso di intestarsi la battaglia di Napoli insieme con tre europarlamentari: Tatarella, Collino e Salatto, che chiede pure punizioni esemplari per Granata e Perina, rei di aver manifestato col popolo viola. Sotto attacco, però, non ci sono le piazzate dei due “fasciocomunisti”, ma la reggenza di Bocchino: “Ma Fli che significa? Futuro e Libertà per Italo?”.
Il no comment ufficiale dell'Udc sulla vicenda, a questo punto, nasconde lo sconcerto da un lato e una convinzione dall'altro: Urso e Ronchi sono già deputati di maggioranza, ma il Cavaliere li lascerà con Fini fino a dopo le amministrative, a danno fatto.
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