L'apocalisse al bar, come nasce la leggenda urbana del terremoto a Roma
Se in questi giorni si prova a digitare su Google le parole “Roma” e “terremoto”, si viene travolti da una valanga di quasi dodici milioni di risposte. E' un sisma soprattutto internettiano quello legato alla profezia (scientifica? astrologica? parapsicologica? magica?) di un importante sommovimento tellurico nell'Urbe, con epicentro dalle parti di San Pietro, temporalmente collocato in una data tra il 5 e il 20 maggio prossimi.
Se in questi giorni si prova a digitare su Google le parole “Roma” e “terremoto”, si viene travolti da una valanga di quasi dodici milioni di risposte. E' un sisma soprattutto internettiano – sono ammessi scongiuri di ogni tipo, in questo genere di faccende non è possibile non dirsi crociani: “Non è vero ma ci credo” – quello legato alla profezia (scientifica? astrologica? parapsicologica? magica?) di un importante sommovimento tellurico nell'Urbe, con epicentro dalle parti di San Pietro, temporalmente collocato in una data tra il 5 e il 20 maggio prossimi. Forse proprio l'11 maggio, a rafforzare la pessima fama di altri 11 del mese, dall'11 settembre 2001 fino allo scorso 11 marzo, data del maremoto giapponese. Una vox populi amplificata dal Web dice che quella previsione l'avrebbe fatta, prima di morire ottantaseienne nel 1979, il sismologo dilettante Raffaele Bendandi. Faentino, intagliatore del legno appassionato di geofisica, autore di una teoria sulle cause astronomiche dei terremoti mai presa sul serio dalla scienza. Così come la Luna influisce sulle maree, sosteneva Bendandi, il Sole e gli altri pianeti che ruotano attorno alla nostra stella hanno un potere di attrazione sulla massa terrestre in grado di provocare sismi. Se i veri geofisici fanno spallucce, dalla parte di Bendandi ci sono però l'aura da genio autodidatta, certe congetture consegnate nel 1923 a un notaio di Ravenna e in parte realizzate (una, in particolare, riguarda un terremoto avvenuto nel 1924 nelle Marche, con epicentro a Senigallia) e un passaparola ormai incontenibile. Anche il romano più disincantato, infatti, comincia vagamente a preoccuparsi.
Dei romani – o di quel che ne rimane – si dice che la celebrata inclinazione a prendere le cose con scetticismo nasca dal fatto che, in tanti anni di storia, le hanno viste proprio tutte, nel bene e nel male. Per quanto riguarda il male, ricordiamo le invasioni barbariche, i sacchi di Visigoti e di lanzichenecchi, le tracimazioni del biondo Tevere e le conseguenti inondazioni. Se il suolo ha tremato più volte, dalle parti del Campidoglio, è stato però solo di riflesso. Il crollo di alcune parti del Colosseo sembra dovuto a terremoti avvenuti nel 442, nel 476 (quaranta giorni di scosse) nell'847 e nell'849. Ma Roma non era mai l'epicentro. I geologi sottolineano che quella su cui riposa la capitale non è zona sismica, a differenza dei castelli romani. In un vecchio articolo del Corriere della Sera (1992), il geofisico Enzo Boschi spiegava che la conformazione del sottosuolo di certe zone della capitale le espongono semmai all'amplificazione di sollecitazioni sismiche esterne: “La Colonna Traiana (vicino a piazza Venezia) e la Colonna Antonina (di fronte a Palazzo Chigi), entrambe realizzate nel II secolo dopo Cristo e alte circa 45 metri, sono state analizzate col proposito di rintracciarvi i segni di lesioni sismiche antiche”. Ebbene, “la prima è integra, mentre la seconda, a metà della sua altezza, presenta una dislocazione di ben dieci centimetri dovuta, con ogni probabilità, agli effetti del terremoto dell'Aquila del 1349”.
Il terremoto a Roma è dunque sempre più chiacchiera da bar e da salotto, gioco di società, commento tra l'inquieto e il faceto sull'autobus, brivido a buon mercato, risatina di sufficienza, scherzo da ragazzini, almanaccare di astrologi (“Allora… a maggio Urano sarà al secondo grado in Ariete, Giove e Marte anch'essi in Ariete e si opporranno a Saturno in Bilancia. Urano è anche quadrato a Plutone in Capricorno, in larga quadratura anche con gli altri due. Urano quadrato a Plutone: terremoto. Giove e Marte opposti a Saturno: gigantesco terremoto”).
Tripli scongiuri. Per fortuna, a ridimensionare le profezie di Bendandi ci sono gli stessi custodi delle sue carte, che hanno smentito sia l'esistenza di una previsione di terremoto a Roma sia la data dell'11 maggio, uscita chissà come. Non possiamo credere che Poseidone Enosìcton, l'irato “scuotitore di terra”, si metta pure lui a fare dispetti ai romani, che di dispetti già ne subiscono parecchi.
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