L'ascesa dei Voina, da criminali a star dell'arte grazie a un pene enorme

Giulia Pompili

Il ministro della Cultura russo si dice “disgustato”, ma il Centro per l'arte contemporanea di Mosca ha deciso di assegnare il premio “Innovazione artistica 2010” ai Voina, un collettivo conosciuto per le performance estreme. I Voina hanno vinto grazie a un'opera chiamata “Il membro prigioniero dei servizi”. Si tratta di un pene alto 65 metri e disegnato lo scorso giugno sul ponte levatoio Liteiny di Pietroburgo, proprio davanti alle finestre del quartier generale dell'Fsb (ex Kgb).

    Il ministro della Cultura russo si dice “disgustato”, ma il Centro per l'arte contemporanea di Mosca ha deciso di assegnare il premio “Innovazione artistica 2010” ai Voina, un collettivo conosciuto per le performance estreme. I Voina hanno vinto grazie a un'opera chiamata “Il membro prigioniero dei servizi”. Si tratta di un pene alto 65 metri e disegnato lo scorso giugno sul ponte levatoio Liteiny di Pietroburgo, proprio davanti alle finestre del quartier generale dell'Fsb (ex Kgb).

    “Lo abbiamo fatto in ventitré secondi, ma è rimasto per ore in posizione eretta, in attesa del passaggio delle barche sul fiume”, hanno detto gli autori. Il riconoscimento del Centro per l'arte contemporanea ha fatto guadagnare loro quattrocentomila rubli, certamente utili per pagare avvocati e consulenti legali. Lo scorso anno è intervenuto addirittura Banksy, lo strapagato artista di strada di Bristol, per aiutarli a risolvere i problemi con la giustizia. Allora, Oleg Vorotnikov e Leonid Nikolayev, considerati gli ideologi del gruppo, furono arrestati per una performance contro la polizia di Pietroburgo. Banksy aveva donato ai Voina le royalty di una sua opera. Secondo Vorotnikov, “se lo stato ora ci premia, significa che finalmente siamo autorizzati a fare qualunque cosa”.

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.