L'intifada dei mari
La salma di Vittorio Arrigoni, l'attivista italiano ucciso a Gaza da fondamentalisti islamici legati ad al Qaida, ha preso la via del ritorno per l'Italia passando dall'Egitto, per evitare Israele su espressa richiesta della famiglia. Hamas ha tributato ad Arrigoni onori di stato, incaricando dell'elogio funebre il ministro Ossama al Issawi, che a Gaza ha implementato molte misure pro sharia. I due principali indiziati per l'uccisione di Arrigoni sarebbero un “giordano” e un ex membro delle forze di Hamas, Namar al Salfiti.
La salma di Vittorio Arrigoni, l'attivista italiano ucciso a Gaza da fondamentalisti islamici legati ad al Qaida, ha preso la via del ritorno per l'Italia passando dall'Egitto, per evitare Israele su espressa richiesta della famiglia. Hamas ha tributato ad Arrigoni onori di stato, incaricando dell'elogio funebre il ministro Ossama al Issawi, che a Gaza ha implementato molte misure pro sharia. I due principali indiziati per l'uccisione di Arrigoni sarebbero un “giordano” e un ex membro delle forze di Hamas, Namar al Salfiti.
Sarà intitolata ad Arrigoni la “Freedom Flotilla 2”, la spedizione pro Hamas di attivisti europei che intende emulare il primo tentativo di rottura dell'assedio marittimo su Gaza. La prima iniziativa, un anno fa, era finita nel sangue dopo il blitz dei commando israeliani. Anche in questa seconda spedizione ci sarà la Mavi Marmara, la nave assaltata che aveva scatenato la peggior crisi diplomatica fra Turchia e stato ebraico. Adesso si parla di quattromila partecipanti e di ben venti navi. La data prevista per la partenza dovrebbe essere il 15 maggio, proprio in occasione della cosiddetta “Naqba”, la giornata della sciagura in cui i palestinesi piangono la nascita di Israele nel 1948.
Il governo israeliano di Benjamin Netanyahu ha chiesto a tutti i paesi europei, dalla Grecia alla Germania, di mettere in guardia i propri cittadini dal partecipare alla spedizione. All'appello ha risposto il premier Silvio Berlusconi: “Faremo in modo di impedire la partenza della Freedom Flotilla per Gaza, sono convinto che non stia lavorando per sostenere la pace nella nostra regione”. Dall'Italia dovrebbe infatti salpare la “Stefano Chiarini”, l'imbarcazione dedicata al giornalista del manifesto prematuramente scomparso.
Anche questa seconda flotilla è organizzata dall'Ihh, uno dei più potenti, estesi e influenti movimenti islamisti presenti in Turchia. Il viceministro degli Esteri israeliano Danny Ayalon li accusa di avere “legami con al Qaida”. Scopo esplicito degli organizzatori è quello di portare illegalmente aiuto e conforto ad Hamas, organizzazione terroristica fuori legge secondo l'Unione europea. In turco si dice “Insani Yardim Vakfi” e l'Ihh è parte del network dei Fratelli musulmani. Dopo il golpe a Gaza che ha estromesso i rivali di Fatah, l'Ihh ha appoggiato Hamas, invitandone i leader a giri di conferenze in Turchia. Israele ha risposto mettendo al bando l'Ihh. Il leader e ispiratore del gruppo, Bülent Yildirim, è accusato di legami con al Qaida e di aver inviato veterani jihadisti nei campi di battaglia, dall'Afghanistan all'Iraq. L'organizzazione turca appare anche nella lista nera della Cia delle formazioni terroristiche e si è scoperto che uno dei “pacifisti” a bordo della prima flotilla, Erdinç Tekir, era stato condannato a nove anni di carcere in Russia per il dirottamento del traghetto Avrasya, realizzato per ottenere il rilascio di terroristi ceceni. Ma dietro a a questa seconda spedizione non c'è soltanto l'Ihh. C'è anche la potente rete della Federation of Islamic Organisations in Europe, legata allo sceicco Yussuf al Qaradawi, da poco rientrato in Egitto come guida spirituale dei Fratelli musulmani. Ci sono anche i britannici di “Viva Palestina”, i cui fondi sono finiti nelle tasche delle Brigate Ezzedin al Qassam, il braccio armato di Hamas, responsabile di attacchi suicidi e del continuo lancio di razzi su Israele.
Oggi al Congresso americano il deputato democratico Brad Sherman e il repubblicano Sue Myrick stanno cercando di mettere Viva Palestina al bando, perché la ong sarebbe stata attiva nel sostenere il ministero dei prigionieri di Hamas, che assiste i terroristi palestinesi detenuti nelle carceri di Israele. Parte del fundraising è svolto dall'ex deputato britannico George Galloway. Nei giorni scorsi il turco Yildirim, a capo della “Freedom Flotilla 2”, ha tenuto una conferenza stampa sulla spedizione: “L'intifada dei mari e di terra continuerà fino ad al Aqsa. Il nostro problema è il sionismo, che come un virus ha infettato l'intera umanità”.
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