Quel vento d'anarchia che da Milano scende ad agitare tutto il Pdl

Per la Moratti il caso Lassini è "chiuso"

Salvatore Merlo

Per Letizia Moratti ''il caso Lassini è chiuso'', perché nella lettera inviata al coordinatore regionale del Pdl dal presidente dell'associazione che ha promosso l'affissione di manifesti anti pm con la scritta '"Via le Br dalle Procure", si legge che le dimissioni sono ''irrevocabili''.

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    Per Letizia Moratti ''il caso Lassini è chiuso'', perché nella lettera inviata al coordinatore regionale del Pdl dal presidente dell'associazione che ha promosso l'affissione di manifesti anti pm con la scritta '"Via le Br dalle Procure", si legge che le dimissioni sono ''irrevocabili''. Questo il parere del sindaco di Milano, Letizia Moratti, che cerca così di mettere a tacere la polemica sulla presenza di Lassini nella lista del Pdl che lo sostiene nella corsa per le comunali del 15 e 16 maggio.

    “Da parte nostra, in taluni casi, è necessaria più continenza. Le buone ragioni, se declinate male, o rozzamente, possono trasformarsi in autogoal”. Gaetano Quagliariello, tra i dignitari del Pdl più vicini a Silvio Berlusconi, descrive così la strana anarchia che sembra affliggere il centrodestra a Milano, dove la campagna elettorale per le amministrative è stata funestata dalla non richiesta, dal premier, iniziativa di Roberto Lassini (i manifesti sui giudici brigatisti) e poi da un'infinità di polemiche interne con la Lega e tra l'ala formigoniana e le altre componenti del Pdl che adesso, almeno nel racconto pubblico, fanno persino dubitare di una vittoria al primo turno fino a ieri considerata “già raggiunta”, nella città ben governata per quattro anni da Letizia Moratti. Per anarchismo, dalle parti di Palazzo Grazioli, si intende anche l'interpretazione sin troppo estensiva di un mandato: “Ultra petita”, pare sia stato il commento del Cavaliere (che pure punta molto sull'efficacia di una campagna elettorale polarizzata, purché fatta da lui).

    Un altro sintomo è stata la polemica, ieri, di Giancarlo Galan contro Giulio Tremonti – con il Cav. impegnato a difendere pubblicamente il ministro dell'Economia, dopo una telefonata di Tremonti seguita da un tesissimo incontro di due ore – passando per la proposta del deputato Remigio Ceroni sulla modifica dell'articolo 1 della Carta. “Un'iniziativa personale”, anche questa, ha commentato il premier. Niente di grave, se non ci fossero le Amministrative e se la misteriosa disarmonia milanese non rischiasse di ostacolare la riconferma di un sindaco, Moratti, che pure nei sondaggi rimane in testa (di oltre dieci punti) rispetto al principale antagonista, Giuliano Pisapia. “In questa fase delicata, nella quale il Pdl e l'intero centrodestra sono sotto attacco, è il momento della coesione e dell'armonia”, ha detto il coordinatore Denis Verdini. E' un'indicazione prescrittiva per tutti, Cavaliere escluso.

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    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.