Il Vaticano incontra i blogger e poi lancia il nuovo portale di informazione

Paolo Rodari

Centocinquanta blogger sono entrati in Vaticano per il primo meeting loro dedicato. Scopo? Incontrarsi. O meglio, la volontà è del Vaticano (che ha convocato il meeting) di conoscere un mondo influente e ascoltato. Durante la pausa caffè un'autorevole personalità d'oltre il Tevere ammette: “Come potevamo non organizzare un meeting coi blogger? Sulle nomine dei vescovi pesano di più le opinioni di alcuni blogger che quelle nostre”.

Guarda le foto dal meeting - Leggi Piovono blogger in Vaticano, ecco i temuti watchdog delle gerarchie

    Centocinquanta blogger sono entrati in Vaticano per il primo meeting loro dedicato. Scopo? Incontrarsi. O meglio, la volontà è del Vaticano (che ha convocato il meeting) di conoscere un mondo influente e ascoltato. Durante la pausa caffè un'autorevole personalità d'oltre il Tevere ammette: “Come potevamo non organizzare un meeting coi blogger? Sulle nomine dei vescovi pesano di più le opinioni di alcuni blogger che quelle nostre”. Dice padre Federico Lombardi, portavoce vaticano: “Ho scoperto che monitorare i blogger è importantissimo. Devo dire che sono molto aiutato da un blogger esperto che ogni mattina in poche pagine mi fa il resoconto di ciò che scrivete. A me questo servizio fatto da un blogger ha cambiato la vita”.

    Non è un mistero: molte gaffe comunicative non imputabili esclusivamente alla responsabilità della sala stampa della Santa Sede si sarebbero potute evitare con un monitoraggio attento dei blogger. Che Richard Williamson fosse un vescovo negazionista, ad esempio, i blogger l'avevano scritto da prima che Papa Ratzinger revocasse lui la scomunica in quanto vescovo lefebvriano e che la Santa Sede si accorgesse del pasticciaccio. In questo senso forse la migliore sintesi del perché alla chiesa non possono non interessare i blogger la dà Elizabeth Scalia, che tutte le settimane firma su First Things: “La verità è che la chiesa ha bisogno di noi, noi possiamo aiutarla”.

    I centocinquanta sono blogger vestiti in modo diverso. Chi da prete, chi da suora e chi da laico. E anche se l'incontro “non è un incontro per blogger cattolici”, la maggior parte dei presenti – non tutti – posta ogni giorno cose più o meno di chiesa. “Un focus attorno a cui sintetizzare il meeting non c'è”, dice padre Antonio Spadaro, critico letterario per la Civiltà Cattolica e curatore del sito Cyberteologia. “E' un bailamme e non potrebbe essere diversamente. Internet e la comunità dei blogger nasce dal basso. E' difficilmente contenibile”.

    Difficile dire se il Papa sia interessato a questo mondo. Padre Lombardi assicura di sì. Per questo “ha accettato che aprissimo un canale YouTube e che andassimo su Facebook”. Di certo c'è che fu Giovanni Paolo II il primo Pontefice a collegarsi a Internet. Giovanni Paolo II, avendo capito le potenzialità del Web, domandò nel 1997: “Perché la Santa Sede non è ancora lì? Chi deve decidere questo?”. Spettava a lui, gli risposero. “E allora si faccia!”, disse . Il 24 marzo del 1997 la Santa Sede entrò così ufficialmente in Internet con il sito www.vatican.va.
    Dal 1997 al 2011. Tra poco sarà online il nuovo portale del Vaticano. Raccoglierà le notizie di tutti gli organi di informazione della Santa Sede. Si conosce anche il nome. Si chiamerà news.va. Sarà una “piattaforma sociale”. Avrà collegamenti a Facebook e Internet. A conti fatti è la svolta più importante che il Vaticano abbia mai ideato in materia di rete.

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