Le allegrissime vedove brasiliane

In tema di pensioni, il Brasile sembra essere uno dei paesi più generosi del mondo, nota in un malizioso corsivo il corrispondente del Monde da Rio de Janeiro. A godere di questa particolare e munifica generosità, sono soprattutto le giovani vedove – moltissime con meno di quarant'anni – che non devono nemmeno darsi la pena di sposare la persona della quale erediteranno la pensione di reversibilità.

Lunghe ma anche fulminee convivenze, giusto il tempo di confortare un vecchio signore alla fine dei suoi giorni, e la giovane vedova, che spesso è giovanissima, può contare per sempre su una rendita che nessuno le contesterà, nemmeno in caso di nuovo matrimonio e nemmeno se ha già uno stipendio e autonomi mezzi di sostentamento. “Da qui il fiorire di matrimoni organizzati tra vegliardi e giovani donne”, scrive il Monde.

Ora però il Tesoro si sta facendo due conti, soprattutto da quando si è capito che esistono gruppi di avvocati che battono gli ospedali per convincere vecchietti malconci a sposarsi prima della dipartita o, in alternativa, ad adottare bambini (la procedura è semplicissima) per consentir loro di ricevere il sussidio fino alla maggiore età. Il governo di Dilma Roussef sta studiando maglie un po' più strette (periodo minimo di convivenza, per esempio, per poter ottenere la reversibilità), allo scopo di arginare una gestione che assegna alle pensioni di reversibilità del Brasile la quota del tre per cento del Pil, cioè tre volte la media mondiale. Restano fermi i diritti acquisiti, ma le aspiranti vedove allegre devono sbrigarsi, prima che arrivi la nuova legge.