Orrore riproduttivo e pessima scrittura, arriva il “fertility thriller”

Mariarosa Mancuso

Il dottor Victor Frankenstein era un dilettante. Rubava cadaveri dai cimiteri e sognava di riportarli a nuova vita. Accadeva nelle fantasie di Mary Shelley, figlia della suffragetta Mary Wollostonecraft e moglie del poeta Percy Bysshe Shelley. Il dottor Avner Hershlag è un professionista. Lavora al Center for Human Reproduction di North Shore, Long Island, specializzato in ovociti a prestito e fecondazioni in provetta.

    Il dottor Victor Frankenstein era un dilettante. Rubava cadaveri dai cimiteri e sognava di riportarli a nuova vita. Accadeva nelle fantasie di Mary Shelley, figlia della suffragetta Mary Wollostonecraft e moglie del poeta Percy Bysshe Shelley. Il dottor Avner Hershlag è un professionista. Lavora al Center for Human Reproduction di North Shore, Long Island, specializzato in ovociti a prestito e fecondazioni in provetta. Non pago di quel che combina nel suo laboratorio, ha scritto un romanzo intitolato “Misconception”, lo ha pubblicato in proprio e lo promuove su Internet, con la fascetta “Fertility thriller”. Se non vi bastano le culle attorno a cui gli aventi diritto a fare ciao con la manina al pupo sono una mezza dozzina – genitori non in grado di concepire, donatrice di ovuli, donatore di seme, prestatrice di pancia, il ginecologo dei miracoli, magari l'avvocato che ha stilato i contratti di non ingerenza – c'è abbastanza materia per sprofondare nell'orrore riproduttivo.

    Non serve neanche leggerlo. Si offre volontario Marlow Stern sul Daily Beast, attirato dalla notizia che Avner Hershlag è il padre (vecchia maniera) dell'attrice Natalie Portman, che ha mostrato il suo pancione (anche questo vecchia maniera, per quanto ne sappiamo) alla cerimonia degli Oscar. Dove ha vinto la statuetta come migliore attrice per “Il cigno nero”, performance che pone un altro problemino di maternità: la controfigura Sarah Lane sostiene di aver ballato in quasi tutte le scene, alla star spetterebbe solo il cinque per cento della statuetta.

    Marlow Stern si tuffa nel romanzo, tornandone carico di schifezze. La scena è a Washington, laboratorio poco lontano dalla Casa Bianca. La moglie del presidente, dopo vari tentativi di concepimento in provetta e un furto di embrioni, ha avuto un bambino ermafrodita. Subito dopo muore e il figlioletto scompare. La figlia del senatore Tanner, in coma da due anni, è misteriosamente incinta. La dottoressa Anya Krim che si occupa di entrambi i casi, viene quasi ammazzata da due sconosciuti, uno fornito di tatuaggio a forma di dragone (nel tempo libero dai tentativi di concepimento per conto terzi e dai tentativi di scrivere il suo assurdo romanzo, il dottor Hershlag ha avuto il tempo di leggere e scopiazzare Stieg Larsson). Tornata a casa dopo la brutta avventura, la dottoressa si consola con uno stallone che “le bacia le tette democraticamente”.

    Come tutti gli scrittori scarsi, anche il nostro non si ferma alla trama ridicola. Rifinisce ogni frase con ammirevole squallore. “Democraticamente” vuol dire infatti “un bacio a una tetta, un bacio all'altra”. Finisce lì, perché la dottoressa, memore di uno stupro infantile, urla: “Il pitone mi vuole mordere!”. Un notturno di Chopin e due bicchieri di vino, molte pagine dopo, placheranno la paura. Speriamo che non concepiscano, né figli né altri romanzi.