La Letizia dei sensi

Umberto Silva

Sono le quattro del pomeriggio e sto davanti alla tivù, il che è abbastanza assurdo ma l'occasione è ghiotta. Pisapia è un bravo ragazzo ma Letizia è Letizia e anche qualcos'altro. Quelle ginocchia occhiute, quegli occhi ginocchiosi! La vedo in mistica unione con il Cavaliere, lui ipnotista e lei strega, di quelle che ne sanno una più del diavolo; sanno che lui le ama, ma che non osa e pertanto si costringe in strani gironi.

    Sono le quattro del pomeriggio e sto davanti alla tivù, il che è abbastanza assurdo ma l'occasione è ghiotta. Pisapia è un bravo ragazzo ma Letizia è Letizia e anche qualcos'altro. Quelle ginocchia occhiute, quegli occhi ginocchiosi! La vedo in mistica unione con il Cavaliere, lui ipnotista e lei strega, di quelle che ne sanno una più del diavolo; sanno che lui le ama, ma che non osa e pertanto si costringe in strani gironi.

    Il match è cominciato. Pisapia mi sembra una simpatica perpetua ma Letizia fiammeggia, anche se non tutti riescono a sostenerne la misteriosa luce e si fermano all'apparenza signorile e composta. Parlano i due, tranquillamente. Pisapia ha appena detto che “le ordinanze coprifuoco hanno spento i luoghi di aggregazione”. Sarà vero? Boh. Io spero di sì, che li abbiano spenti, la parola “aggregazione” mi fa orrore, e penso che la libertà di riunione sia una grande conquista dell'umanità solo a patto che non la si eserciti; penso che un'altra grande conquista sia quella degli antiaggreganti che scongiurano la trombosi e altre malattie da eccesso di coagulo: i centri sociali e le piazze, ad esempio. Viva l'Aspirina, viva il Dipiridamolo. In verità, anche quel che Letizia dice mi fa un baffo, conta ben altro, la sua schiena luterana può fare innamorare, ma occorre, ripeto, avere occhio, molto occhio per apprezzarla. Una schiena così leale sa governare una città e un uomo grazie anche al collo audace e ai capelli arruffati che nascondono pensieri altrettanto arruffati ma solo perché preda di desideri inconfessabili quali i suoi occhi non cessano di confessare… ma solo a pochi, agli eletti. Agli elettori Letizia altro dona, la sua elegante intelligenza, e che si accontentino, se un giorno diverranno migliori avranno anche il resto; per ora votino.

    Pisapia ha appena detto che vuole una moschea e Letizia ha sorriso. Quei luminosi dentini saranno pure allineati ma io li vedo uno qua e uno là con ampi spazi in mezzo e rosee arcate adolescenziali che garantiscono il piano regolatore che spartisce la sessualità di Letizia. Che altro di meglio in questi tempi in cui la sciocca ragione mostra alfine la corda e l'inconscio esce allo scoperto tanto spavaldo che non puoi dirgli: torna da dove sei venuto, smetti di inquietarci! L'inconscio se la ride. Gran finale: Letizia non ha digerito la cognata interista tirata in ballo da Pisapia, la Milly che l'accusa d'essere una dipendente, e si vendica dando del ladro al suo rivale. Eccitate unghiette che avrebbero fatto felice la grassoccia mano dell'avvocato Pisapia, se pavido non si fosse rifiutato di dargliela. Non sa cosa ha perso, altro che Milano.