La doppia morale dei mozzorecchi
“Voglio sottolineare che sono stato assolto difendendomi nel processo e non dal processo, peraltro senza utilizzare, pur potendolo fare, né lo schermo dell'immunità parlamentare né scappatoie come quella del legittimo impedimento”. A parlare è Luigi De Magistris (Idv), il 24 marzo scorso, pochi minuti dopo essere stato assolto dal reato di omissione d'atti d'ufficio dalla prima sezione del tribunale di Salerno, presieduta da Maria Teresa Belmonte, cognata di Michele Santoro.
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“Voglio sottolineare che sono stato assolto difendendomi nel processo e non dal processo, peraltro senza utilizzare, pur potendolo fare, né lo schermo dell'immunità parlamentare né scappatoie come quella del legittimo impedimento”. A parlare è Luigi De Magistris (Idv), il 24 marzo scorso, pochi minuti dopo essere stato assolto dal reato di omissione d'atti d'ufficio dalla prima sezione del tribunale di Salerno, presieduta da Maria Teresa Belmonte, cognata di Michele Santoro. Un mese e mezzo dopo, l'europarlamentare dell'Idv ha cambiato idea: l'immunità che l'Europarlamento gli ha concesso martedì (anche grazie ai voti del Partito popolare europeo) è un atto dovuto, anzi, “è un modo per continuare a rappresentare chi mi ha votato”.
Se gli si fa notare la contraddizione, lui risponde che si sta facendo “una triviale gazzarra pre elettorale”. Peccato che De Magistris si sia servito dell'immunità per schermarsi, oltre che da una querela dell'ex guardasigilli Clemente Mastella, anche dai procedimenti civili intentati dal dirigente nazionale del Pd Enza Bruno Bossio e del parlamentare pdl Giancarlo Pittelli.
Peccato che la questione dell'immunità sia esplosa sul finire della campagna elettorale per le amministrative “perché lui per sette-otto mesi non si è presentato alla commissione giuridica del Parlamento europeo. Si è presentato soltanto ora, e fa finta che sia un ordinario atto burocratico, arrivato per caso martedì”, dice Mastella, collega di De Magistris a Bruxelles.
De Magistris non è nuovo al cambio etico in corsa – si è candidato alle europee per la legalitaria Idv pur essendo indagato a Roma, ha lasciato la magistratura soltanto cinque mesi dopo esser stato eletto – ma l'abitudine di lavare i panni sporchi a Bruxelles, per poi predicare contro l'immunità in Italia, non è una sua esclusiva. Basta risalire al novembre 2008, quando l'Europarlamento ha garantito l'immunità parlamentare a Massimo D'Alema (Pd), bloccando l'acquisizione delle intercettazioni indirette a suo carico nel processo Unipol. “A sinistra l'immunità non la vogliono, per gli altri”, dice Mastella, che parla di “doppia morale togliattiana”: “Per gli altri valgono regole categoriche, e se uno supera quel confine viene messo alla berlina mediatica. Per se stessi, invece, trovano sempre attenuanti, scuse, alibi”. Lo fanno con disinvoltura, perché, continua Mastella, “si sentono moralmente superiori agli avversari e, se necessario, anche alla legge stessa”.
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