Waity Dorina

Annalena Benini

Dorina Bianchi aveva lo sguardo beato e trasognato di Kate Middleton al matrimonio, durante tutto il tempo della cerimonia, in carrozza e oltre, al fianco del suo principe semicalvo. Westminster e il Palazzetto dello Sport di Crotone per un attimo si sono sfiorati, e non è certo che gli ospiti delle nozze reali fossero molto più eleganti degli elettori di Crotone.

    Dorina Bianchi aveva lo sguardo beato e trasognato di Kate Middleton al matrimonio, durante tutto il tempo della cerimonia, in carrozza e oltre, al fianco del suo principe semicalvo. Westminster e il Palazzetto dello Sport di Crotone per un attimo si sono sfiorati, e non è certo che gli ospiti delle nozze reali fossero molto più eleganti degli elettori di Crotone. La candidata sindaco dell'Udc forse era sincera quando ha ripetuto di non aver sentito Silvio Berlusconi mentre diceva: “Fuori Casini e fuori Fini, abbiamo finalmente una maggioranza coesa per fare le riforme”, perché era impegnata a contare le persone in sala (un voto due voti tre voti dieci voti cento voti forse ce la faccio), incredula davanti a tanta gente, a tanti applausi (nemmeno Kate, chiaramente in trance, ha ascoltato una sola parola di quelle pronunciate dall'arcivescovo).

    Dorina Bianchi ha colto in sottofondo la parola “Casini”,
    ma non le diceva già più nulla (“Ero tesa e felice per quella platea densa e vicina”, ha detto a Repubblica). Del resto per strappare di mano il microfono a Silvio Berlusconi ci vorrebbero le Forze armate, e una signora bionda e luminosa sa che è meglio non fare movimenti incauti, soprattutto se si indossa un tubino bianco (lei per fortuna non aveva lo strascico). “Penso che sia già passata con noi”, ha detto il premier alla radio. Dorina ha risposto: “Tra dieci giorni, dopo le elezioni, vedremo”. Non si è sciolta in lacrime, non si è disperata, non ha recitato oltre la parte della piccola fiammiferaia caduta in un tranello, ma ha detto di sé: “Sono una vincente”. Di sicuro una ragazza in movimento, che dall'Udc è passata alla Margherita, poi nel Partito democratico, trovandolo troppo di sinistra (“lascio perché lo spazio per una presenza identitaria dei moderati cattolici si è ridotta al lumicino”, disse allora, relatrice della legge 40, astensionista al referendum del 2005, diffidente sul testamento biologico, tanto da presentarsi in Aula con un foulard di seta a piccoli teschi) e infine, ma non è detto che sia finita, è tornata al centro, da un anno e mezzo.

    Dorina Bianchi è un medico, un chirurgo, un neuroradiologo, quindi è stato il senso pratico a farla sbottare fuori intervista (qualcuno dovrebbe scrivere un pamphlet sugli intervistati che fingono di credere alla rassicurazione degli intervistatori sul fuori onda) con Fabrizio Roncone del Corriere della Sera: “Beh, allora scusi: tra Cesa e Berlusconi chi è che mi riempie un palazzetto dello sport, eh?”. Come Kate, Dorina Bianchi ha aspettato, in silenzio il suo momento. Adesso che è così vicina al sogno di una vittoria, non ha voglia di farsi turbare da un sms di Pier Ferdinando Casini che la rimprovera di non essere saltata sul palco urlando: “Menzogna” davanti alla platea adorante (anche Kate ha dovuto rinunciare alle corse sui pattini in pantaloncini gialli e a qualche flirt con studenti aitanti e capelloni). E' una questione di priorità: Kate ha studiato tutta la vita da principessa, sognando di salutare i sudditi da una carrozza, Dorina dopo quel bagno di folla ha sentito “di essere una donna trasformata”. In entrambi i casi, niente sarà più come prima.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.