Quesito genitale: e se la morale fabbricasse solo preti impermeabili?

Camillo Langone

"Vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca” dice Gesù in Matteo 19, 12. Io ho sempre pensato di essere uno di quelli che, sull'argomento, possono capirci poco, adesso però ho scoperto qualcuno che riesce a superarmi in ottusità ovvero Alberto Melloni, storico della chiesa e punta avanzata del cattoprotestantesimo italiano.

Leggi Maledetti genitali. La dura battaglia della chiesa per la castità di Mauro Piacenza - Leggi Il diavolo sotto coperta. Vecchie istruzioni ai seminaristi caste davvero di Sdm

    "Vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca” dice Gesù in Matteo 19, 12. Io ho sempre pensato di essere uno di quelli che, sull'argomento, possono capirci poco, adesso però ho scoperto qualcuno che riesce a superarmi in ottusità ovvero Alberto Melloni, storico della chiesa e punta avanzata del cattoprotestantesimo italiano. Mi sarei risparmiato volentieri di leggere il discorso del cardinale Piacenza ai seminaristi piemontesi che è dispiaciuto a Melloni così come a cattoprotestanti minori quali Marco Politi e Massimo Faggioli. Io vorrei comportarmi come quei figli di Noè che, essendosi il padre addormentato nudo, lo coprono con un mantello però camminando all'indietro, per non disonorarlo. Vorrei distogliere lo sguardo dall'amore sacerdotale ma non posso, scrivendo sui giornali devo rischiare costantemente di disonorare e disonorarmi. Perciò mi sono letto e riletto l'intervento intitolato “La formazione affettiva al sacro celibato nel tempo del Seminario”.

    Innanzitutto non mi è sembrato un intervento così anormale e se a tanti è sembrato tale allora magari è vero che nei seminari la norma è l'apostasia. “L'aver separato, all'interno della sessualità, l'aspetto unitivo da quello fecondo ha prodotto conseguenze devastanti”. Come si fa a dubitare di una simile affermazione? Non vedete gli italiani estinguersi, la gente sposarsi a quarant'anni anzi non sposarsi affatto, le donne fare un figlio a testa, mezzo figlio, nessun figlio? Non è forse questa una conseguenza devastante degli anticoncezionali di massa? Il più giovane cardinale italiano, appunto Mauro Piacenza, non casualmente ordinato sacerdote dal gigantesco cardinal Siri che sempre a Genova ordinò un altro campione, Gianni Baget Bozzo, a giudicare da quello che scrive ha letto Fabrice Hadjadj, il filosofo ebreo che dopo essersi convertito ha formulato il concetto di “masturbazione assistita” per definire l'eros programmaticamente infecondo. Una locuzione a doppio taglio: a qualsiasi maschietto la masturbazione assistita non appare sulle prime così tremenda, comunque meglio della masturbazione non assistita. Poi, magari, a ragionarci sopra… Un altro passaggio importante riguarda quella che Piacenza, purtroppo prodigo di parole astratte come suole l'alto clero, chiama “definitività” o meglio il suo rifiuto: insomma il crollo della durata, il non riuscire più nemmeno a concepire vocazioni a vita quali sacerdozio e matrimonio.

    Qui lo scherno di Melloni si capisce bene, il cattivo soggetto propugna una religione liquida ovvero una non-religione, uno spiritualismo intellettualistico senza legami, e gli piace, gli piace dichiaratamente, da apostata senza vergogna quale è, il protestantesimo americano più ameboide i cui seguaci passano da un predicatore all'altro, da un gruppo all'altro, come si passa da un supermercato all'altro a caccia di promozioni e sconti.
    Se sulla diagnosi di Piacenza dei problemi affettivi dei sacerdoti ho poco da obiettare, non è che le terapie proposte mi facciano saltare sulla sedia: il primato della grazia, e ci mancherebbe altro; fuggire le occasioni di peccato, e questo mi sembra il minimo; l'ora di adorazione eucaristica quotidiana, buonissima cosa se non ci fosse la maligna controtestimonianza della Cei e dei suoi vescovi ipocredenti (probabili lettori di Melloni) sempre impegnati a decentrare, emarginare, occultare i tabernacoli… Tutte cure ragionevoli, talmente ragionevoli da risultare insufficienti.

    Il problema è che ai preti si chiede troppo, si chiede di essere sempre più puri in mezzo a un'umanità sempre più immonda, pretesa eccessiva che ricorda il giro di vite tridentino, reazione tanto inevitabile quanto triste all'aggressione moralistica luterana. La storia si ripete e oggi grava sulla chiesa una terribile pressione neopuritana che fa barcollare lo stesso Piacenza, per il resto abbastanza nettamente cattolico, laddove tende a far coincidere fede e virtù. Non sarò io ma Charles Péguy a ricordare che “niente è più contrario a ciò che si chiama la religione come ciò che si chiama la morale. Ciò che si chiama la morale è una crosta che rende l'uomo impermeabile alla grazia”. Gli atei là fuori esigono preti perfetti, e noi, se ho capito bene, glieli stiamo fabbricando impermeabili.

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    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).