Chi combatte per la rete si deve armare di new economy
Da un po' di tempo a questa parte la dimensione 2.0 è diventata l'arena d'eccellenza in cui si sfidano a colpi più o meno bassi i principali attori del web. L'ultima storia è quella di Chromebook: il computer di Google che ha sostituito l'hard disk e il software, con la connessione alla rete e le applicazioni. Una doppia sfida al sistema operativo Windows della Microsoft e al tablet iPad e smartphone iPhone della Apple, in Italia dal prossimo 15 giugno.
Da un po' di tempo a questa parte la dimensione 2.0 è diventata l'arena d'eccellenza in cui si sfidano a colpi più o meno bassi i principali attori del web. L'ultima storia è quella di Chromebook: il computer di Google che ha sostituito l'hard disk e il software con la connessione alla rete e le applicazioni. Una doppia sfida al sistema operativo Windows della Microsoft e al tablet iPad e smartphone iPhone della Apple, in Italia dal prossimo 15 giugno. La penultima è quella di Facebook: la settimana scorsa si è scoperto che pagava un'agenzia di public relations per far scrivere male di Google. Poi c'è il capitolo Skype: un'azienda leader nel Voip, con un giro d'affari da 860 milioni di dollari, ma che perde 7 milioni l'anno. Vi si connettono 124 milioni di utenti, ma solo l'8,1 paga. Bill Gates per averla ha deciso di spendere 8,5 miliardi e ha ingaggiato una dura lotta contro Google e Facebook, al termine della quale Facebook è però rimasta soddisfatta lo stesso: non le interessava avere Skyp, ma impedire che l'avesse Google.
Poi c'è l'accordo di marzo tra la stessa Microsoft e Nokia: un'alleanza globale con cui Gates si è impegnato a versare all'azienda finlandese un miliardo di dollari in cinque anni, per sviluppare e promuovere gli smartphone con a bordo il proprio sistema operativo, in cambio di un fee di Nokia per ogni copia di Windows Phone utilizzata sui propri terminali, dell'utilizzo dei brevetti della stessa Nokia e di un'intesa su una strategia di marketing condivisa.
È uno stillicidio di battaglie, avanzate a conquiste a 360 gradi, per comprendere le quali bisognerebbe tener presente soprattutto due delle dieci famose regole della New Economy elaborate dal direttore della rivista Wires, Kevin Kelly. La quarta recita: “Mirare al costo zero”. Poiché il valore non dipende più dalla scarsità ma dall'abbondanza, allora la generosità produce ricchezza. Arrivare a regalare certe utilità previene il crollo dei prezzi, e permette di trarre vantaggio dall'unica cosa che è veramente scarsa: l'attenzione umana. La New Economy dunque regala giornali per vendere pubblicità, regala abbonamenti a Internet e cellulari per vendere telefonate, regala software per vendere computer. E può regalare la piattaforma Skype appunto per promuovere i servizi Microsoft e i cellulari Nokia. La quinta regola dice: “Alimenta la rete per prima”. Dal momento che le reti incrementano la ricchezza, l'obiettivo primario di un'impresa non è più centrato sulla massimizzazione del proprio valore, ma di quello dell'intera rete. Se muore la rete, muore anche l'impresa. Dunque, per competere con successo bisogna saper collaborare con i concorrenti: le aziende hanno successo solo se la maggior parte delle altre aziende ha successo. E proprio approfittando di un errore del genere Bill Gates è divenuto Bill Gates. Quando si diffusero i pc Apple con le sue icone inventò un sistema migliore di quello per ordini in inglese della Ibm. Ma fece l'errore, a differenza della Ibm, di non renderlo compatibile con i concorrenti. La trovata della Microfost fu di creare con Windows un sistema che “clonava” le icone della Apple in un ambiente Ibm-compatibile. E così acquisì la postazione dominante nel settore dei sistemi operativi che ha ancora: salvo la resistenza della nicchia Macintosh della Apple, e la quella sfida del Linux che basata appunto sull'ideologia della Open Source.
Ma la storia della New Economy è costellata di novità continue e nessuna posizione dominante riesce ad assicurarsi un monopolio, perché c'è sempre qualcuno che riesce a ideare qualcosa di nuovo. Gates, in particolare, all'inizio non ha creduto a Internet. È vero che, grazie al predominio di Windows, e poi riuscito a recuperare con l'imposizione del navigatore Explorer, al costo di farsi ripetutamente colpire da varie anti-trust. E ha così ucciso Navigator. Ma dalle sue ceneri rinasceva Firefox, mentre Apple promuoveva Safari. Comunque, la trovata degli inventori di Google sull'algoritmo per individuare le occorrenze sul web in base alle scelte stesse degli internauti ha contrapposto alla posizione dominante di Microsoft tra i sistemi operativi una differente posizione dominante nel campo dei motori di ricerca. Microsoft ha aggiornato in continuazione il proprio motore di ricerca: da Msn Search a Windows Live Search, a Live Search, a Bing. Ma sostanzialmente non è mai riuscita a recuperare. E Google ha potuto così a propria volta sfidare con successo Explorer attraverso Google Chrome, e adesso sfida Windows con Chromebook.
Ma mentre Apple duellava con Microsoft e Microsoft sfidava Google, qualcun altro inventava Wikipedia. Ulteriore posizione dominante nel campo delle enciclopedie accessibili da pc, che costringeva Microsoft a mandare in pensione la propria Encarta, mentre Google non riusciva veramente a rispondere con Knol. Però, neanche Wikipedia riusciva a intuire i fenomeni Facebook, e YouTube, e Twitter. E di qui nuove battaglie. Facebook che si scontra con Google per un Social Circle che sfruttava i suoi dati. Wikipedia che parla male di Facebook. YouTube che si scontra con Facebook. Twitter che si scontra con Wikipedia. In origine diverso il mondo dei cellulari: con la finlandese Nokia che diventa la numero uno, grazie all'intuizione di un sistema straordinariamente semplice. Ma proprio Apple le risponde sviluppando quell'interrelazione tra cellulare e pc che dà vita ai cellulari di terza generazione sui quali Nokia entra in crisi. E la comune lotta contro Apple favorisce l'avvicinamento tra Microsoft e Nokia, con l'acquisto di Skype. Integrata dunque nella piattaforma Windows piuttosto che in quella Google. Ma, come si è visto, la sfida continua.
Il Foglio sportivo - in corpore sano