Cara Moratti, di' qualcosa di liberista per far crescere Milano

Francesco Forte

Letizia Moratti ha l'occasione, in questi giorni, di dare un senso più chiaro al suo messaggio, impegnandosi sin da ora su quattro punti che riguardano il futuro di Milano, ma in generale il futuro dell'Italia, per la crescita economica e civile. Le parole d'ordine sono quattro. Deregolazioni, liberalizzazioni, privatizzazioni, riduzione delle imposte. Da declinare in un discorso concreto.

    Letizia Moratti ha l'occasione, in questi giorni, di dare un senso più chiaro al suo messaggio, impegnandosi sin da ora su quattro punti che riguardano il futuro di Milano, ma in generale il futuro dell'Italia, per la crescita economica e civile. Le parole d'ordine sono quattro. Deregolazioni, liberalizzazioni, privatizzazioni, riduzione delle imposte. Da declinare in un discorso concreto.

    La prima, “deregolazione”, riguarda la casa e l'urbanistica, temi sui quali anche l'esecutivo ha emanato norme nel recente decreto Sviluppo. Queste riguardano le semplificazioni dei permessi per l'inizio dei lavori relativi agli immobili e l'ampliamento delle volumetrie entro il 20 per cento per quelli a uso abitativo e il 10 per cento per altri usi. Ciò sia per gli edifici esistenti che per il rifacimento di quelli degradati. Milano, in tandem con la regione Lombardia, dovrebbe diventare alfiere dell'applicazione di tali deregolazioni, con le più semplici procedure, per aumentare l'offerta edilizia. L'accesso di tutti alla casa non si realizza con i vincoli ai contratti di affitto a carico dei proprietari di immobili, come nel programma del candidato della sinistra, Giuliano Pisapia, ma accrescendone la disponibilità. Un'altra deregolazione dovrebbe riguardare la concessione di maggiori cubature a chi installa pannelli solari e adotta misure incisive di risparmio energetico. Ciò ridurrebbe anche l'inquinamento.

    Le liberalizzazioni invece dovrebbero riguardare innanzitutto gli orari degli esercizi commerciali. La libertà di apertura il 1° maggio decisa dal comune di Milano deve diventare una regola generale, per tutti i giorni, per tutte le attività. Il flusso dei visitatori così si accresce, circola più reddito, l'occupazione aumenta.
    La privatizzazione del patrimonio  immobiliare e delle imprese pubbliche locali non strettamente indispensabili è necessaria per liberare risorse utili per il finanziamento di programmi di edilizia a basso costo, svolti da privati a favore di cooperative a proprietà divisa o indivisa, per il finanziamento dei parcheggi sotterranei o delle nuove linee di metrò. E serve per ridurre il debito pubblico. Andrebbe privatizzato tutto il sistema dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento, quest'ultimo da farsi con termovalorizzatori, con la produzione di biogas e con il riciclo dei materiali, con progressiva eliminazione delle discariche. Letizia Moratti ha già detto che non metterà il tributo turistico di 5 euro per notte sugli esercizi alberghieri. Ha anche indicato nel suo programma che costituirà una “no tax area” per le nuove iniziative di sviluppo economico.

    Ma non ha specificato quali imposte e tasse verranno abrogate in tale area e quanto essa sarà estesa. Dovrebbe farlo ora. Inoltre nel 2014 per gli immobili posseduti da persone fisiche, e usati in proprio per scopi diversi dalla prima casa o dati in affitto per usi non abitativi, entrerà in vigore l'Imu, l'Imposta municipale unica che sostituirà l'imposta personale sul reddito e l'Ici, e avrà una aliquota proporzionale, il cui livello  ordinario è dello 0,76 per cento. Ma esso potrà essere aumentato o ridotto sino a un'aliquota dello 0,3 per cento. Moratti dovrebbe garantire che attuerà la riduzione dell'imposta. Per gli immobili locati da persone fisiche l'aliquota può essere aumentata o ridotta sino allo 0,2 per cento. Anche in questo caso Moratti dovrebbe dichiarare che attuerà la riduzione. Sin da ora, per Milano e non solo.