I talebani cominciano le “Guerre stellari” contro il Pakistan
Forse il paragone con “Guerre stellari” è esagerato. Ma il ministro dell'Interno pachistano, Rehman Malik, deve aver pensato che fosse il modo migliore per spiegare ai giornalisti quel che è successo ieri nel porto di Karachi, una metropoli da venti milioni di abitanti che s'allarga sulla costa dell'Oceano Indiano, dove un commando di terroristi ha ingaggiato una battaglia lunga sedici ore contro le squadre speciali dell'esercito. “Avevano venti o ventidue anni – ha detto Malik nel pomeriggio – Portavano abiti occidentali e cinture esplosive.
Forse il paragone con “Guerre stellari” è esagerato. Ma il ministro dell'Interno pachistano, Rehman Malik, deve aver pensato che fosse il modo migliore per spiegare ai giornalisti quel che è successo ieri nel porto di Karachi, una metropoli da venti milioni di abitanti che s'allarga sulla costa dell'Oceano Indiano, dove un commando di terroristi ha ingaggiato una battaglia lunga sedici ore contro le squadre speciali dell'esercito. “Avevano venti o ventidue anni – ha detto Malik nel pomeriggio – Portavano abiti occidentali e cinture esplosive. Sono riusciti a entrare aprendo un varco nel reticolo di sicurezza e hanno cominciato a combattere come se fossero star di Hollywood”. I reporter pachistani usano espressioni meno colorite ma la sostanza non cambia. I ribelli hanno dato l'assalto alla base militare Mehran domenica notte, uccidendo almeno venti soldati. Erano carichi di granate e lanciarazzi, l'esercito ha circondato la zona per tutta la notte, fra esplosioni e spari. Tehrik-e-taliban-Pakistan, un gruppo legato ad al Qaida, non ha aspettato la fine della battaglia per rivendicare l'attacco. “Quindici dei nostri sono dentro alla base e non ci aspettiamo di rivederli: sono lì per uccidere – ha annunciato il portavoce dei terroristi, Ehsanullah Ehsan – Il nostro problema è l'amicizia fra il Pakistan e gli Stati Uniti”.
Secondo il ministro Malik, il commando era composto da quattro uomini, “soltanto quattro, tutti eliminati”, il che aumenta i sospetti sulle complicità fra il gruppo e le Forze armate del Pakistan: com'è possibile che quattro terroristi tengano un'intera base sotto assedio? “Questo attentato mostra che i talebani hanno simpatizzanti nei servizi di sicurezza – sostiene Talat Masood, un ex generale dell'esercito che ora è analista in un think tank di Islamabad – Le loro azioni sono sempre più raffinate, così come gli obiettivi che colpiscono”. Mehran, in effetti, non è una caserma qualunque. Al momento dell'attacco, nella base c'erano una decina di istruttori americani e cinesi – alcuni di loro sono stati presi in ostaggio dai terroristi – ma soprattutto due P-3C Orions, gli aerei spia che la Casa Bianca ha ceduto al Pakistan per sorvegliare i confini con l'India e con l'Afghanistan. A poca distanza ci sono l'aeroporto internazionale Quaid-e-Azam e una struttura che ospita armi nucleari. I primi a intervenire nel recinto militare di Mehran sono stati i Ranger del Sindh, ma lo stato maggiore ha dovuto impiegare i commandos della marina e gli uomini dello Special service group per respingere l'attacco.
La base di Karachi è stata scelta per un motivo pratico: i terroristi cercavano di distruggere i droni importati dall'America, uno degli strumenti più efficaci nella lotta contro i ribelli che si muovono lungo il bordo con l'Afghanistan. Ma il colpo ha anche un valore simbolico. E' la conferma che al Qaida sta concentrando le forze sul fronte di combattimento pachistano, come sostiene Syed Saleem Shahzad di Asia Times. Questa strategia è maturata dopo il raid di Abbottabad, che ha permesso all'esercito americano di eliminare Osama bin Liden: per i terroristi, le colpe del governo di Islamabad sono pari a quelle dell'occidente. Non è un caso che le vendette più sanguinose siano avvenute proprio in Pakistan e abbiano provocato più morti fra i militari che fra i civili. Il 13 maggio, due esplosioni hanno colpito una caserma uccidendo almeno ottanta cadetti. Il livello dello scontro sale di giorno in giorno. Ieri al Qaida non ha colpito soltanto a Karachi, nella parte sud del paese, ma anche al nord, sull'autostrada che collega la capitale Islamabad a Peshawar, dove un ponte è stato distrutto con una carica di esplosivo.
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