Invecchiare

Annalena Benini

La prima cosa bella dell'invecchiare (sempre meglio di dire: essere di mezz'età) è che a un certo punto si entra al cinema con lo sconto. Ma non solo. Secondo Julie Burchill, scrittrice ed editorialista inglese cinquantenne orgogliosa di annunciare l'inizio del proprio viale del tramonto, il massimo dell'invecchiare è che si può lasciar perdere l'ambizione (carrieristica, erotica, sociale). Ci si libera così di un sacco di noie.

    La prima cosa bella dell'invecchiare (sempre meglio di dire: essere di mezz'età) è che a un certo punto si entra al cinema con lo sconto. Ma non solo. Secondo Julie Burchill, scrittrice ed editorialista inglese cinquantenne orgogliosa di annunciare l'inizio del proprio viale del tramonto, il massimo dell'invecchiare è che si può lasciar perdere l'ambizione (carrieristica, erotica, sociale). Ci si libera così di un sacco di noie: competizione, appuntamenti, tradimenti, terribili cene mondane, continue telefonate, preoccupazioni notturne, sesso faticoso. “Essere ambiziosi è come essere magri. E' carino esserlo in giovinezza – ma continuare a esserlo nella mezza età, finirai con l'avere una faccia acida. Lasciati andare – è più tardi di quel che pensi”.

    Lasciarsi andare ai dolci, allo spegnimento dei fuochi interiori (compreso quello di dover saltare addosso a una cameriera d'albergo dicendole: ma non sai chi sono io), a una vita tranquilla: “Di certo voglio tenermi il mio lavoro. Ma l'idea di sforzarmi di essere migliore di quel che sono nelle cose che faccio, o di metterci del tempo in più (è ciò che si fa quando si è giovani: è l'ambizione) mi sembra adesso del tutto ridicola”. Julie Burchill scrive che non vuole finire come una celebrità di mezz'età vista in un ristorante alla moda mentre urlava al suo agente: “Voglio essere nel gioco! Ho bisogno di essere nel gioco!”.

    L'unico gioco che interessa a Julie Burchill in questi giorni è il Bingo: affermazione sconvolgente ma che rende l'idea, l'equivalente di darsi una calmata, smettere di correre fingendo di non essere disperati (nella classifica delle cinque cose che la rendono felice al primo posto c'è il suo matrimonio, al quinto gli amici, la carriera non compare). C'è però, per le donne di mezza età, l'ineluttabile fallimento nella competizione con le ragazze giovani (anche se è piuttosto consolante ridere dei coetanei che tentano di fingere la gioventù scomparsa, con pantaloni aderenti e facce tese per lo sforzo). L'invisibilità femminile sembra essere il più doloroso dei mali, “ma quando si sono avute un sacco di attenzioni e noie da giovani, non è male andarsene in giro senza essere molestate”.

    Si può vivere senza i fischi per strada, quando si sono passati decenni a lamentarsi degli uomini che fischiano per strada? La mezz'età, vista così, non sembra affatto male. Poi però, come scrive Nora Ephron in “Non mi ricordo niente” (a giugno in libreria) un giorno la vecchiaia arriva. “Un ginocchio cede, oppure una spalla si blocca. O un'anca. Non hai più le vampate, la pelle diventa flaccida. Compaiono delle macchie. Il tuo décolleté è rugoso come il nocciolo di una pesca. Sei cinque centimetri più bassa. Sei cinque chili più grassa e non riusciresti a perdere un etto neanche se ne andasse della tua vita.

    Le mani non funzionano più come prima e hai difficoltà ad aprire le bottiglie. Se naufragassi su un'isola deserta e avessi solo cibo sigillato nella plastica moriresti di fame. Al mattino prendi tante di quelle pillole che non hai più spazio nello stomaco per la colazione”. Succede nonostante il botox, la palestra, le tinture. Si incontra una vecchia amica, non la si riconosce, le si dice che è perché ha cambiato pettinatura (“Sembra mia madre”, si pensa). Poi l'amica dice: “Maggie, è un secolo che non ci vediamo”. “Non sono Maggie”. “Oddio”, dice l'amica. “Sei tu. Non ti ho riconosciuta. Cos'hai fatto ai capelli?”.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.