Che fare, cosa non rifare/ 14
Non serve nemmeno un passo indietro. Basterebbe fermarsi
Silvio Berlusconi è diventato Silvio Berlusconi per tante ragioni, onorevoli e meno onorevoli, ma per una sopra tutte le altre: che è Silvio Berlusconi. Questo è il problema. In altre parole, l'uomo sembra letteralmente incapace di giocare per meno del tutto per tutto: qualsiasi mano, di qualsiasi partita, in qualsiasi gioco. E' così che ha accumulato tutti quei trofei che spesso ama ricordare, quando ripete che nessuno ha vinto quanto lui, nel calcio come nella politica.
Ogni ora sarà pubblicato un intervento fogliante e no sulla batosta del Cav.
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Silvio Berlusconi è diventato Silvio Berlusconi per tante ragioni, onorevoli e meno onorevoli, ma per una sopra tutte le altre: che è Silvio Berlusconi. Questo è il problema. In altre parole, l'uomo sembra letteralmente incapace di giocare per meno del tutto per tutto: qualsiasi mano, di qualsiasi partita, in qualsiasi gioco. E' così che ha accumulato tutti quei trofei che spesso ama ricordare, quando ripete che nessuno ha vinto quanto lui, nel calcio come nella politica. Ma anche il giocatore più incallito, anche nel suo giorno più fortunato, presto o tardi deve smettere di rilanciare, lasciare il tavolo e passare all'incasso, se vuole incassare qualcosa. Non può puntare sempre a far saltare il banco. Tanto meno se si chiama Berlusconi, e il suo momento magico è passato da un pezzo.
Questo, al contrario, è il momento in cui Berlusconi dovrebbe ignorare la sete di rivincita che sicuramente gli brucia in gola, respingendo la tentazione di rilanciare ancora. In fondo, questa è una di quelle volte, non troppo frequenti, in cui il suo personale interesse e quello del paese coincidono perfettamente. Non c'è neanche bisogno di fare un passo indietro. Basterebbe, semplicemente, fermarsi: concedere alla Lega una legge elettorale proporzionale, gradita anche a buona parte dell'opposizione, e vedere l'effetto che fa, liberando così anzitutto se stesso dalla camicia di forza di una coalizione ormai ingovernabile.
Compiuta al momento giusto e infiocchettata in un bel discorso, una simile apertura sull'architettura istituzionale – perché questo signficherebbe eliminare il premio di maggioranza – gli lascerebbe ancora tutte le carte in mano. E consentirebbe all'Italia di uscire dalla spirale di questi venti anni buttati, avvelenati e nevrotici, chiusi dentro un sistema perverso in cui chi vince non può governare e chi governa non può vincere. Se invece vuole rilanciare ancora, Berlusconi non ha che da convocare le primarie del Pdl. Ma a forza di giocare come se non avesse niente da perdere, prima o poi, finirà per perdere tutto.
Ogni ora sarà pubblicato un intervento fogliante e no sulla batosta del Cav.
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