Scommettiamo che
L'inchiesta sulle partite truccate potrebbe allargarsi alla serie A
Un filo d'Arianna potrebbe legare l'indagine dei magistrati di Cremona con quella dei colleghi della Dda di Napoli che hanno acquisito le intercettazioni telefoniche dell'ultimo, in ordine di tempo, calcioscommesse. Da una parte il gip Guido Salvini e il procuratore capo Roberto Di Martino, dall'altra i pm Pierpaolo Filippelli, Claudio Siragusa e il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo.
Un filo d'Arianna potrebbe legare l'indagine dei magistrati di Cremona con quella dei colleghi della Dda di Napoli che hanno acquisito le intercettazioni telefoniche dell'ultimo, in ordine di tempo, calcioscommesse. Da una parte il gip Guido Salvini e il procuratore capo Roberto Di Martino, dall'altra i pm Pierpaolo Filippelli, Claudio Siragusa e il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo.
I primi sono partiti dalla denuncia del ds della Cremonese, Sandro Turotti, sul sedativo che il portiere Marco Paoloni avrebbe versato nelle bevande dei suoi compagni di squadra, per taroccare la sfida con la Paganese. I secondi da un'indagine antimafia sul clan D'Alessandro che portò all'arresto dell'ex calciatore Cristian Biancone e alla scoperta di un giro di scommesse clandestine gestito dalla camorra. Associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata, tra le altre cose, all'elusione delle misure di prevenzione patrimoniale, usura, estorsione e riciclaggio di denaro sporco.
Fatti di cronaca nera che hanno come denominatore comune il calcio e le scommesse su partite combinate, che la presenza della criminalità organizzata, albanese da una parte (e non si esclude la partecipazione di cartelli italiani) e campana dall'altra potrebbe mettere in contatto diretto.
Nell'indagine cremonese sono stati arrestati e indagati anche calciatori ed ex giocatori di serie A; anche tra gli indagati dell'inchiesta napoletana ci sarebbero diversi ex grandi del massimo campionato, capaci, secondo gli inquirenti, di “aggiustare” gli incontri per garantire il risultato e la sicurezza della puntata. Un modo apparentemente sicuro per ripulire i soldi frutto dello spaccio di droga e di altre attività malavitose. Un flusso continuo di denaro che la camorra riutilizzava poi per altre partite di stupefacenti e prestiti a strozzo, caricando le perdite nel circuito ufficiale delle scommesse, con ingenti danni economici alle agenzie di betting, e tenendo per sé il banco delle partite considerate ‘sicure'.
Non trascurabile, poi, il fatto che è solo grazie alla gravità di questi reati se anche la giustizia sportiva usufruisce delle intercettazioni telefoniche, che per il solo illecito non sarebbero autorizzate. Intricata, a questo proposito, anche la situazione del ds cremonese Turotti che, secondo il comma 7 dell'articolo 7 del Codice di giustizia sportiva, avrebbe dovuto denunciare il fatto anche alla procura federale, cosa che ha irritato non poco Palazzi, il quale fa la figura, come tutta la Figc del resto, del controllore distratto; a maggior ragione dopo Calciopoli, quando tutta l'erba cattiva sembrava estirpata, mentre scoppia uno scandalo dai contorni decisamente più inquietanti. Situazione che permette a Luciano Moggi di scrivere che “il calcio è sozzo molto più di prima. Il carrozzone del pallone tricolore sta andando a fondo”.
I pm napoletani sarebbero in possesso anche di una lista di partite di serie A che hanno fatto registrare diversi over (termine per indicare un numero di gol superiore a una quota prestabilita). Per questo avrebbero sentito il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che quest'anno ha più volte esternato sulla regolarità del campionato, e potrebbero riconvocarlo a breve.
Un quadro sconfortante e inquietante di un calcio che, dalla testa alla coda, pare reggersi sull'imbroglio e anche sul millantato credito, come nel caso di Daniele De Rossi, che è stato tirato inutilmente in ballo creandogli un danno d'immagine difficilmente recuperabile nell'immaginario collettivo, lo stesso che non ha alcuna pietà di Giuseppe Signori.
Una cosa è certa: ad agosto vanno fatti i calendari, perché il carrozzone non si può fermare, nemmeno davanti a tanto schifo, e il tifoso (ingenuo o scemo, fate voi) sarà sempre lì, pronto a comprare nuovi gadget e partite. Il “tintinnio di manette” ha quindi i giorni contati, poco importa se alla fine sarà vera giustizia, sportiva. Mentre, a cinque anni di distanza, si deve ancora decidere se radiare Moggi oppure no.
Francesco Caremani
Il Foglio sportivo - in corpore sano