Perché non bastano le intercettazioni per indagare sul calcio scommesse
Una cosa è certa, senza le intercettazioni telefoniche l'inchiesta sul calcio scommesse “Last bet” non sarebbe mai nata, così come “Golden gol”, tanto meno Calciopoli (con i suoi derivati, Moggiopoli e Farsopoli, secondo il tifo) e tutte quelle che negli ultimi anni hanno attraversato l'Italia e la sua pancia.
Leggi L'aggravante dei calciatori che scommettono è che lo fanno per un motivo futile di Lanfranco Pace
Una cosa è certa, senza le intercettazioni telefoniche l'inchiesta sul calcio scommesse “Last bet” non sarebbe mai nata, così come “Golden gol”, tanto meno Calciopoli (con i suoi derivati, Moggiopoli e Farsopoli, secondo il tifo) e tutte quelle che negli ultimi anni hanno attraversato l'Italia e la sua pancia.
Mettere ordine nelle intercettazioni è operazione impossibile che spesso non riesce agli stessi avvocati. Cercare di capire più e meglio, soprattutto nelle questioni di principio, mentre non sappiamo se la B sarà rivoluzionata, se la Lega Pro è ancora viva (il presidente Mario Macalli in questo senso è stato chiaro) e se la serie A rischia, è quanto meno interessante. Le violazioni del codice di giustizia sportiva non prevedono l'utilizzo delle intercettazioni. In pratica l'illecito non è di per sé un reato, ma un comportamento sanzionabile in un determinato contesto, come può accadere all'interno degli ordini professionali. Calciopoli, per esempio, ha avuto un filone sportivo, con relative squalifiche, e adesso è in corso il primo grado del penale, che prevede reclusione e multe. “Quello che leggiamo sui giornali, però, è solo un brogliaccio che è servito ai pm per determinare le custodie cautelari – dice al Foglio l'avvocato Alberto Foggia, esperto di diritto sportivo – Generalmente, poi, gli avvocati difensori nominano un perito, poiché il dibattimento si svolgerà sull'interezza dell'intercettazione, anche per stabilire cos'è pertinente e cosa non lo è”.
Secondo Mauro Messeri, avvocato difensore di Paolo Bertini e Gennaro Mazzei nel processo Calciopoli 2 che si sta svolgendo a Napoli, “le intercettazioni telefoniche sono un patrimonio probatorio irrinunciabile, ma dovrebbero essere utilizzate in maniera più rigorosa”. Insomma, l'intercettazione non può diventare prova unica per essere condannati. “La loro ammissibilità nei procedimenti di giustizia sportiva è da anni al centro del dibattito tra addetti ai lavori – sottolinea l'avvocato Mattia Grassani, massimo esperto del settore – D'altra parte l'attività degli organi inquirenti della procura federale è limitata, non possono pedinare, fare accertamenti patrimoniali, intercettare, senza dimenticare che quello sportivo è un procedimento disciplinare volontario al quale i tesserati accettano di rispondere una volta dentro il sistema, ma al quale si possono anche sottrarre. Come un ordinamento religioso, politico o sindacale, anche quello sportivo ha poteri circoscritti al proprio ambito”. Una volta che i pm depositano gli atti le intercettazioni vanno in pasto ai media, che siano le stesse procure o gli avvocati a comunicarle poco importa, con risultati discutibili e l'idea di un mondo di cavernicoli che comunica con suoni gutturali e uno slang malavitoso di quart'ordine, colpa del brogliaccio.
“Un'ordinanza composta da 600 pagine – sottolinea Foggia – è il frutto di mesi, anni, d'indagini, è quindi evidente come i tempi della giustizia sportiva comprimano il diritto alla difesa”. Ma Grassani su questo aspetto è più pragmatico: “La garanzia della giustizia sportiva sta proprio nella celerità, non si può dimenticare il fenomeno economico: se i campionati fossero interrotti i calciatori dovrebbero essere ugualmente pagati, gli sponsor rescinderebbero i contratti, decadrebbero i diritti televisivi, così come gli abbonamenti allo stadio”. “Anche perché l'illecito sportivo – conclude Messeri – fa presto ad andare in prescrizione”. Intercettazioni più rigorose, condanne più severe (come vuole l'Uefa), prescrizione più lunga delle violazioni del Cgs. Altrimenti dovremo rassegnarci al millantato discredito.
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