“E' solo sesso online”

La frontiera twitteriana del più famoso dei pompini

Paola Peduzzi

Le foto non sono nulla, sono soltanto brutte, con quelle orrende mutande grigie e il “deal” dentro (copyright David Letterman), poi con il “deal” fuori (poteva finire senza?), i pettorali, l'espressione del maschio che vuol sembrare misterioso e invece appare per quel che è: eccitato. Anthony Weiner sta cercando di imporre un principio: il sesso virtuale non è tradimento, quelle donne non le ho mai incontrate, ci ho soltanto flirtato un po' sulla rete, nulla di che, il matrimonio tiene e non ho alcuna intenzione di dimettermi.

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    Le foto non sono nulla, sono soltanto brutte, con quelle orrende mutande grigie e il “deal” dentro (copyright David Letterman), poi con il “deal” fuori (poteva finire senza?), i pettorali, l'espressione del maschio che vuol sembrare misterioso e invece appare per quel che è: eccitato. Anthony Weiner – il deputato democratico americano che ha inviato su Twitter alcune sue foto a una valanga di ragazze sconosciute (l'elenco si fa ogni giorno più lungo, lui ha detto che le destinatarie erano sei, ma sembrano di più, anche su Facebook Weiner non si teneva), ha poi cercato di negare inventandosi la versione degli hacker, ha infine ammesso tra le lacrime che i tweet erano suoi e anche le foto – sta cercando di imporre un principio: il sesso virtuale non è tradimento, quelle donne non le ho mai incontrate, ci ho soltanto flirtato un po' sulla rete, nulla di che, il matrimonio tiene e non ho alcuna intenzione di dimettermi. Stava per rovinare tutto da solo, Weiner, durante la conferenza stampa in cui ha ammesso i fattacci (derubricati in “alcune conversazioni inappropriate”), perché stava per chiamare le cose con il loro nome e si è fermato appena in tempo.

    Stava raccontando, con lo sguardo basso e le immancabili lacrime, che per la maggior parte queste “comunicazioni” erano avvenute prima del suo matrimonio con Huma Abedin, la bella consigliera di Hillary Clinton. Al posto di quelle fredde, anonime, irrilevanti, perdonabilissime “comunicazioni” stava dicendo “relationship”, relazioni, ma a metà si è corretto. Versione ufficiale salvata: l'obiettivo è far apparire il tutto come un gioco un po' cretino, messo in piedi nei momenti di noia, per rassicurare l'ego di un single cronico che si rigira tra le dita la fede nuziale (si è sposato l'anno scorso, prima era noto per le sue avventurose e frequenti storie d'amore). “Relazioni” sarebbe stato troppo onesto e troppo pericoloso: una relazione implica infedeltà.

    E' la nuova frontiera – triste, poco godereccia, poco spensierata, poco divertente – del “mai fatto sesso con quella donna” dell'ex presidente Bill Clinton, la frase memorabile con cui impostò la sua linea di difesa: è soltanto un pompino, signori miei, non stiamo a farla più grave di quella che è. Weiner, che è amico di Bill e si è confidato con lui fin dal primo momento (sarà stato Clinton a consigliare la strategia?), ripete: “Non ho mai fatto sesso fuori dal mio matrimonio”, perché se una persona non la incontri non si può parlare di tradimento. Quando una giornalista ha chiesto a Weiner se avesse fatto sesso telefonico con qualcuna di queste ragazze, lui ha ribadito: “Non le ho mai viste, non siamo mai stati nella stessa stanza, non ho mai avuto con loro relazioni fisiche”.

    Quindi non ho tradito, ho fatto soltanto un po' lo scemo, nulla di cui andare fieri ma neppure nulla per cui vale la pena discutere. Il dibattito è aperto: mentre alcuni spiegano perché agli uomini piace tanto mandare foto dei loro “deal” e altri tentano di fornire teorie pseudoscientifiche per motivare i tweet (vince la più semplice: l'eccitazione rende gli uomini stupidi), il dibattito è aperto: inviare foto osé on line (oltre a essere di una cretinaggine assoluta perché nulla può essere rimosso da Internet, è come spedire lo scontrino di una cena con una sconosciuta in una busta indirizzata alla moglie) è soltanto flirtare? E se flirtare on line è imperdonabile allora perché invece off line si perdona? Ognuno ha la propria teoria, ma è la moglie di Weiner che dovrà trovarne una sua, nella torre del silenzio in cui si è rinchiusa mentre viaggia in Africa con Hillary, e forse si troverà a scoprire che, piuttosto che questo flirtare virtuale ma compulsivo, era quasi meglio un pompino.

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    • Paola Peduzzi
    • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi