Riscoprite una progettualità, oppure rassegnatevi a perdere

Carlo Stagnaro

La rivoluzione di internet e dei social network si può riassumere così: l'informazione, adesso, costa poco. Comunicare è più facile. Confrontarsi è immediato. Le idee circolano di più e meglio. Questo non può essere – e non è – senza conseguenze.

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    La rivoluzione di internet e dei social network si può riassumere così: l'informazione, adesso, costa poco. Comunicare è più facile. Confrontarsi è immediato. Le idee circolano di più e meglio. Questo non può essere – e non è – senza conseguenze. L'incredibile spinta che i referendum stanno ricevendo, e, in altro modo, il successo del Movimento 5 stelle, ne sono la dimostrazione. Si tratta, in entrambi i casi, di fenomeni complessi, controversi. Ma, in entrambi i casi, quello che emerge è una capacità della società civile di organizzarsi e muoversi – magari attorno a cause sbagliate. Ecco: tutto questo il centrodestra non l'ha capito e non lo capisce. Il centrodestra non paga solo il logorio e la frustrazione di un elettorato che ha firmato troppe cambiali in bianco, che ha sentito troppe promesse e ha visto troppo pochi fatti. Il centrodestra paga soprattutto la rinuncia alla battaglia intellettuale. Il centrodestra non ha mai voluto dotarsi degli strumenti culturali necessari a leggere il mondo, a “fare cose”, preferendo una visione “short termista” dove tutto era giocato sul carisma del leader e sulla fedeltà dei suoi accoliti.

    Siamo, oggi, al collasso di quel modello.
    Perché l'Italia non è più – e non vuole essere – una società feudale e lo stesso popolo del centrodestra non è evidentemente disposto a turarsi il naso ancora. Il che riporta su Facebook, su Twitter e mercanzia varia. Quando Michele Santoro sfotte il premier perché dice di aver visto la “videocassetta” di Annozero, forse calca la mano, ma coglie il sintomo di uno scollamento tra la classe dirigente e chi, invece, vive nel mondo vero. Il mondo vero oggi è digitale. Il mondo vero oggi non si accontenta più di votare il meno peggio, perché vuole essere convinto che questi sono meglio. Altrimenti voterà quelli o se ne starà a casa. Il mondo vero, insomma, è stufo di leader senza idee che non hanno altri argomenti se non che “i comunisti puzzano” (la campagna elettorale di Milano insegna). Datevi delle idee, trovate personale politico presentabile e riscoprite una progettualità. Oppure rassegnatevi a perdere, perdere, perdere.

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