L'esondazione dell'Aniene

Marianna Rizzini

Erano gli anni Novanta, si andava ancora a scuola e Corrado Guzzanti si era inventato il personaggio di Rocco Smitherson, regista “de paura”. Quello che creava neologismi come “perplimere” (da allora ci “perplimiamo” tutti, quasi quasi anche per iscritto e storpiava i titoli in modo irresistibile: “Il Padrino parte in terza – padrino costretto a prendere lezione di guida”. Stava lì, Guzzanti, seduto sul divano di “Avanzi”, con Serena Dandini, stroncava fulmineo i film in uscita e allungava i piedi in avanti strascicando la parlata oltre ogni limite.

    Erano gli anni Novanta, si andava ancora a scuola e Corrado Guzzanti si era inventato il personaggio di Rocco Smitherson, regista “de paura”. Quello che creava neologismi come “perplimere” (da allora ci “perplimiamo” tutti, quasi quasi anche per iscritto e storpiava i titoli in modo irresistibile: “Il Padrino parte in terza – padrino costretto a prendere lezione di guida”. Stava lì, Guzzanti, seduto sul divano di “Avanzi”, con Serena Dandini, stroncava fulmineo i film in uscita e allungava i piedi in avanti strascicando la parlata oltre ogni limite e dicendo “sospensionismo” al posto di “astensionismo”.

    Non c'era stato ancora il boom delle sue imitazioni politiche – il Rutelli-Alberto Sordi che dice al Cav. “a Berlusco', ricordate degli amici”, o il Prodi che non scandisce e accarezza in poltrona non un gatto bensì una mortadella. Non c'era stata ancora la canzone “Sopravvoliamo – sciogliamo le camere con i caschi blu”. E non c'era YouTube. Forse per questo, quando Guzzanti imitava qualcuno, tutti si mettevano a parlare come Guzzanti che imitava qualcuno (per ricordarlo meglio? Per resistere fino alla puntata successiva? Poco importa, ma fu così che Corrado entrò nel mito). Qualche anno travolgente, un altro personaggio-tormentone (Quelo, il santone-indovino che, facendo il verso alla new age, rispondeva sempre: “La seconda che hai detto”) . Poi una lunga assenza dalla tv (a parte qualche rara ospitata e il cameo in “Boris”) e una serie impressionante di teatri pieni.



    Stasera però Guzzanti torna sui piccoli schermi
    (su Sky Uno, canale 109 di Sky, alle 21 e 10), con “Aniene”, nuovo programma firmato assieme ad Andrea Purgatori con la consulenza di Piero Galeotti. Un programma che continuerà se l'audience lo vorrà. Aniene alias Corrado è una specie di dio vichingo de noantri sceso sulla terra per “riparare i torti e trionfare la giustizia”, al grido di “i mortali sono così confusi, nei loro cuori albergano la paura, la viltà e la bugiardia”. Promette risate lo spot-parodia dei referendum: “Non serve il documento, che magari poi si perde. Tanto al seggio vi riconoscono: si vota il 12 e il 13, ma potete anche andare il 14 che di sicuro c'è meno gente”. Tra i personaggi, un Domenico Scilipoti fuori campo (quello vero è andato è andato a “Mi manda RaiTre” qualche settimana fa, e ha litigato il diretta con il conduttore Edoardo Camurri). E un già sperimentato “massone” che “gestisce i poteri occulti del paese” accanto a un Licio Gelli napoletano.



    La sigla è un nuovo “finto Venditti”
    (già imitato da Guzzanti con perfetta aderenza alla voce nasale (con cantilena) del noto cantautore. La melodia è sdolcinata, il testo surreale: “Sotto la pioggia / eeeeeeeeh eh / sotto la pioggia te sento e nun te sentooooooooo / sai, questi anni tristi di pagliacci e di lacché / di leggi infami e di lavoro che non c'è / li scorderemo anche se adesso sembra stranooooooo / come quel giorno hai dimenticato meeee / il tempo è un fine che si porta tutto via / questi buffoni insieme ai giorni che eri miaaaaaaaaa / la nostra storia è questa storia senza cuooore / amore dimenticheremo tutto ma / ti ricorderai l'esondazione dell'Anieeeeeene / e forse penserai a quanto ti ho voluto beeeene / Tutto l'amore non ci salverà / ciò che è profondo più a fondo cadrà…”. Torna Venditti, torna il “massone”. Ma perché Guzzanti non riesuma Rocco Smitherson?

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.