55 anni dopo

Lega o Pd, il modello Novara funziona comunque

Sandro Bocchio

Un anno fa, di questi tempi, Novara era l'ombelico del mondo padano. Roberto Cota installato dalla Lega alla presidenza della Regione Piemonte e la squadra approdata in serie B, secondo uno schema ("Il modello Novara", sottolineavano) da indicare a esempio, in politica come nel calcio: territorio, radici, comune sentire nel perseguimento degli obiettivi. Nel calcio ha funzionato ancora, in politica un po' meno.

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    Un anno fa, di questi tempi, Novara era l'ombelico del mondo padano. Roberto Cota installato dalla Lega alla presidenza della Regione Piemonte e la squadra approdata in serie B, secondo uno schema ("Il modello Novara", sottolineavano) da indicare a esempio, in politica come nel calcio: territorio, radici, comune sentire nel perseguimento degli obiettivi. Nel calcio ha funzionato ancora, visto che si festeggia il doppio e consecutivo salto di categoria che riporta la squadra in A dopo ben 55 anni, epoca in cui si era appena spenta l'epopea di Silvio Piola, campione del mondo conteso nella memoria alla vicina Vercelli.

    In politica un po' meno, poiché le ultime amministrative hanno sbarrato clamorosamente il passo ai leghisti, cancellandone la leadership nell'amministrazione della città. Così il modello Novara nel pallone si ritrova con una gamba in meno (la terza – solida – è rappresentata dalla Banca Popolare), per colpa dell'avvocato Andrea Ballaré, che ha superato Mauro Franzinelli nel ballottaggio a sindaco. "Candidato troppo debole", s'è ammesso a denti stretti, dopo che la convinzione di possedere una macchina elettorale più forte degli interpreti s'è scontrata con la popolarità dell'uomo proposto dal centrosinistra.

    E' la fotografia di come oggi la Lega intercetti con fatica le esigenze della gente: dal gioco aggressivo alla fase difensiva, lontana dalla base come dai luoghi in cui si decide. L'immagine? Cota e Umberto Bossi che, reduci dall'inaugurazione di una sede in provincia, entrano in tribuna a mezz'ora dalla fine di Novara-Padova, la gara che ha consegnato la promozione. Il risultato era già deciso e Ballarè si era posizionato ben prima: lui in anticipo, loro in ritardo. E' presto per dire se con la nuova giunta ci sarà il medesimo afflato che ha consegnato alla regione la seconda forza del campionato, dopo la Juventus e prima del povero Torino. Una forza più lombarda che piemontese, per mentalità e cultura. Il primo test sarà l'allargamento dello stadio, per portarlo a 22mila posti. Con la giunta leghista era stato approvato un progetto “a step” da effettuare durante il campionato, previa deroga. Ora se ne riparlerà.

    Non dovrebbe essere un problema per la famiglia De Salvo, a capo della società con il giovane Massimo amministratore delegato. Sono brianzoli, impastati della concretezza che innerva Novara: le cliniche del gruppo fatturano 225 milioni e nella San Gaudenzio è nato nel 2006 l'impegno calcistico (coinvolti dall'allora ds Sergio Borgo: società in crisi, lui chiedeva sconti per visite ed esami medici, i De Salvo si sono presi il club). In più hanno un uomo di riferimento in Domenico De Angelis, gran tifoso e ad della Banca Popolare, sponsor da quasi un milione. Lui sa muoversi tra gli interstizi del potere, anche a colori mutati. Saprà solleticarlo con l'obiettivo di esportare il modello Novara in A.

    Perché? Perché ne vale la pena, quando si ragiona di una società fortemente innovativa: il primo club professionistico con un campo in sintetico, il centro sportivo di Novarello (gioiello da 7 milioni, utile non solo per il calcio: l'albergo genera soldi ospitando Nazionali varie in una struttura con ristorante, campi in erba e in sintetico, palestra, foresteria), una scuola calcio cui fanno riferimento 35 società.

    "Il nostro segreto? La legittimazione delle professionalità", sottolinea Pasquale Sensibile, il ds che ora cercherà di risollevare la Sampdoria. Professionalità che ha il volto di Attilio Tesser, uno che si pensava perduto dopo quattro esoneri consecutivi: Cagliari (trascorsi 90 minuti...), Ascoli, Mantova e proprio il Padova avversario in finale. Lui ha risposto rilanciandosi – e rilanciandola – dalla provincia, con un gruppo che ha subito saputo essere straordinario: "In due anni non siamo mai andati sotto il terzo posto", sottolinea il tecnico. Una squadra con un monte stipendi da 6 milioni, in cui sono stati inseriti solo 5 giocatori nuovi su 25, neanche titolari, e che la prossima stagione sarà imperniata su giovani. L'inno al fairplay sportivo voluto dal primo tifoso azzurro, quel Michel Platini originario di Agrate Conturbia e che ha promesso di andare allo stadio in serie A. Per applaudire il Novara, e la realizzazione di ciò che il presidente dell'Uefa propone.

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