L'ingegno politico di LCdM che seduce e irrita i politici. Ora tocca al Pd
E' uno degli animatori di fatto del terzopolismo, innesca discussioni su idee riformatrici, scompagina spesso il centrodestra e adesso sta per irrompere indirettamente nel dibattito del Pd. Luca Cordero di Montezemolo imperversa: terzopolista, moderato, riformista. Oggi e domani a Genova si svolge la conferenza nazionale sul lavoro del Pd. LCdM non ci sarà, ma la minoranza veltroniana del partito presenterà un documento alternativo a quello della maggioranza bersaniana. Primi firmatari del documento sono Pietro Ichino, Paolo Giaretta, Enrico Morando, Michele Salvati e Ivan Scalfarotto.
E' uno degli animatori di fatto del terzopolismo, innesca discussioni su idee riformatrici, scompagina spesso il centrodestra e adesso sta per irrompere indirettamente nel dibattito del Pd. Luca Cordero di Montezemolo imperversa: terzopolista, moderato, riformista. Oggi e domani a Genova si svolge la conferenza nazionale sul lavoro del Pd. LCdM non ci sarà, ma la minoranza veltroniana del partito presenterà un documento alternativo a quello della maggioranza bersaniana. Primi firmatari del documento sono Pietro Ichino, Paolo Giaretta, Enrico Morando, Michele Salvati e Ivan Scalfarotto. Il manifesto riprende le tesi esposte di recente dallo stesso giuslavorista Ichino, con l'economista ex pd Nicola Rossi e Montezemolo, in una lettera appello sul Corriere della Sera: contratto unico a tempo indeterminato per i nuovi assunti, maggiore flessibilità in uscita e più indennità in caso di disoccupazione. Tesi che provocarono la reazione stizzita del responsabile economia del Pd, Stefano Fassina, che sul suo blog si lamentò anche dell'eccessivo spazio riservato alle tesi di Ichino. Accanto alla flexsecurity, il documento di Ichino, Morando e Salvati propone al partito capitanato da Bersani un nuovo sistema di relazioni industriali stile Marchionne che tra l'altro “consenta al contratto aziendale stipulato, approvato in un referendum dalla maggioranza dei lavoratori interessati, di sostituire tutta o in parte la disciplina contenuta nel contratto nazionale”. Proposte che di sicuro non entusiasmeranno i settori del Pd più attenti alle tesi della Fiom-Cgil.
Finora le incursioni montezemoliane hanno solcato soprattutto il centrodestra. E' stato notato dagli osservatori un cambiamento di opinione dell'ex presidente della Fiat sulla politica rigorista praticata dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Fino a qualche tempo fa dalla fondazione ItaliaFutura, palestra delle idee politiche dei montezemoliani, si criticava la flemma tremontiana tutta tagli indiscriminati alla spesa e niente riduzioni fiscali. La scorsa settimana, contrordine: ha ragione Tremonti, non si possono ridurre le imposte in deficit, l'equilibrio dei conti pubblici è essenziale, ha detto Montezemolo. Controverso anche il rapporto dei montezemoliani con Silvio Berlusconi. Gli osservatori indicano LCdM come un potenziale concorrente dell'area moderata, tanto che il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha auspicato che l'ex presidente di Confindustria scenda in campo con il Terzo polo. Ma LCdM in verità, come il patron di Tod's, Diego Della Valle, non ha mai usato parole di biasimo diretto e aperto nei confronti del Cav., anzi. Non è un caso che più volte Berlusconi abbia chiesto a LCdM di entrare nel governo.
Il trasversalismo montezemoliano ha riverberi anche sui quotidiani vicini al centrodestra, non sempre benevoli verso l'ex presidente della Fiat. Ma negli ultimi 15 giorni per ben due volte il quotidiano il Tempo diretto da Mario Sechi ha ospitato interventi di Montezemolo sull'economia. Segno di un interesse di Montezemolo e Della Valle per il quotidiano liberalconservatore di proprietà di Domenico Bonifaci, come ha vociferato il Corriere? LCdM e Della Valle smentiscono. Piuttosto è l'imprenditore milanese, Giuseppe Rotelli, in trattative per rilevare il quotidiano romano. Ma LCdM smentisce sempre pure il suo prossimo impegno politico, anche se poi ha detto: “Ove mai decidessi di scendere in politica, risolverei subito il problema (del conflitto d'interessi, ndr). O con un sistema di blind trust oppure cedendo le mie quote ad altri soci”.
I Radicali, invece, pensano che ItaliaFutura si stia precostituendo le basi di consenso: “In quattro mesi – dice Mario Staderini, segretario dei Radicali, dati alla mano dei talk show monitorati dal Centro di ascolto – gli imprenditori e intellettuali di area montezemoliana sono stati ospiti fissi di “Ballarò”, realizzando tutti insieme 37 milioni di ascolti medi complessivi. Si tratta, oltre a Diego Della Valle, di Irene Tinagli, Miguel Gotor, Anna Maria Artoni, Luigi Abete, Marc Lazar. Oggi sono presentati come esperti e antipolitici, domani molti saranno candidati”.
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