“Dormi, cazzo”

Paola Peduzzi

Le illustrazioni sono belle e dolci, con bimbi dall'aria angelica che dormono tra cuccioli di leone o giocano saltando da una foglia all'altra come gioiose ranocchie, ma non fatevi ingannare: questo non è un libro per bambini. Il titolo lo dice con una certa chiarezza – “Go the F**k to Sleep”, liberamente traducibile in “Dormi, cazzo” – ma per evitare incomprensioni l'avvertimento è scritto anche sul retro di copertina, sia mai che un genitore distratto (dal poco sonno, naturalmente) finisca per metterlo sul comodino dei figlioli.

    Le illustrazioni sono belle e dolci, con bimbi dall'aria angelica che dormono tra cuccioli di leone o giocano saltando da una foglia all'altra come gioiose ranocchie, ma non fatevi ingannare: questo non è un libro per bambini. Il titolo lo dice con una certa chiarezza – “Go the F**k to Sleep”, liberamente traducibile in “Dormi, cazzo” – ma per evitare incomprensioni l'avvertimento è scritto anche sul retro di copertina, sia mai che un genitore distratto (dal poco sonno, naturalmente) finisca per metterlo sul comodino dei figlioli.

    “Go the F**k to Sleep” è un caso editoriale: la sua uscita era prevista per il prossimo ottobre, ma poi ha iniziato a circolare un pdf con alcune parti e nella classifica delle prenotazioni su Amazon il libro è diventato il numero uno. Questo accadeva a maggio, così la casa editrice ha anticipato l'uscita a giugno e ora nelle librerie di Manhattan c'è la fila per ascoltare la versione audio interpretata da Samuel L. Jackson (mentre si organizzano altre letture, imperdibile quella di Werner Herzog alla New York Public Library, ascoltabile su YouTube).

    Non poteva che essere un successo, e ci si augura che “Go the F**k to Sleep” vada a sostituire sugli scaffali tutti quei saggi inutili e deprimenti che cercano di insegnare ai genitori come addormentare i bambini (il primo di questa classifica è “Fate la nanna”, libretto che riesce a far sentire inadeguata anche una tata tedesca, figurarsi una madre che già vive nella perenne inadeguatezza; un libretto che dice di non preoccuparsi se il bambino insonne, urlante e strepitante si mette a vomitare: non andate da lui, sta soltanto cercando di attirare la vostra attenzione, non assecondatelo), perché questo sì che è un libro rassicurante. Un genitore che non dorme ha bisogno di sentirsi dire soltanto una cosa: non sei tu, sono loro. L'autore è Adam Mansbach, giovane scrittore americano (in Italia è stato tradotto solo il suo ultimo libro, “La fine degli ebrei”) che una notte si è sfogato su Facebook riguardo all'insonnia della figlioletta duenne di nome Vivien: “Occhio al mio prossimo libro Go the – to Sleep”, scrisse. Non lo sapeva ancora – perché non puoi credere che esista qualcun altro al mondo che come te sta in piedi tre ore di notte cercando di far addormentare un bambino, se c'era è sicuramente già morto, gli si è schiantato il sistema nervoso – ma dal mondo reale iniziarono ad arrivargli messaggi: sì ti prego, scrivilo. Ed eccoci alla quarta ristampa, con Fox 2000 che ha già comprato i diritti.

    Ad ascoltarlo, “Go the F**k to Sleep” sembra una ninnananna. Secondo il già citato “Fate la nanna”, potrebbe benissimo essere letto ai bambini: non conta quel che dici, conta il tono con cui lo dici, sostiene l'autore – giudicate poi voi. Su ogni pagina illustrata c'è una strofa di una filastrocca che, pagina dopo pagina, racchiude i pensieri tipici di un genitore che tenta di far addormentare il bambino, dopo che ha già raccontato tre favole, ha già permesso mezz'ora di cartoni animati (ma solo questa sera, eh), e ha già riempito il biberon di latte due o tre volte. Incipit (in questa traduzione si perdono le rime, ci scuserete): “I gatti sono rannicchiati vicino ai loro micini. Gli agnelli dormono sdraiati vicino a mamma pecora. Tu sei nel tuo letto comodo e caldo, amore. E allora ti prego, dormi, cazzo”. E ancora: “Le aquile che volano nel cielo ora riposano. E così tutte le creature che nuotano, corrono e strisciano. Lo so che non hai sete. E' una cazzata questa. Smettila di mentirmi. Mettiti giù, cazzo, tesoro mio, e dormi”. Quando pare fatta e i popcorn sono nel microonde, si ricomincia. E' disperazione pura: “I fiori schiacciano un pisolino giù nel prato o lassù sulle montagne scoscese. La mia vita è un fallimento, sono un genitore di merda. Quindi smettila di prendermi per il culo, per favore, e dormi”.

    • Paola Peduzzi
    • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi