Alfano eletto nuovo segretario politico per acclamazione
Un nuovo Pdl? Appunti per un odg che non sia solo chiacchiere e litigi
Riunendosi dopo tanto tempo, oggi nel Consiglio nazionale del partito, i dirigenti del Popolo della libertà hanno eletto Angelino Alfano segretario politico, il che rappresenta una svolta di per sé piuttosto consistente nella concezione del movimento, che dovrebbe essere approfondita e resa esplicita.
Riunendosi dopo tanto tempo, oggi nel Consiglio nazionale del partito, i dirigenti del Popolo della libertà hanno eletto Angelino Alfano segretario politico, il che rappresenta una svolta di per sé piuttosto consistente nella concezione del movimento, che dovrebbe essere approfondita e resa esplicita. Si tratta infatti di avviare il superamento della concezione leaderistico-plebiscitaria attuale, indissolubilmente legata alla personalità di Silvio Berlusconi, per costruire una formazione politica che possa restare competitiva – da posizioni di governo o di opposizione – per una fase temporale non limitata alla parabola biografica del fondatore del movimento.
Compiere questa operazione di rinnovamento senza che essa produca rotture irreparabili richiede una forte e condivisa coscienza del ruolo del raggruppamento moderato, di quello che ha svolto finora, di quello che può svolgere in futuro, senza contrapporli polemicamente tra loro. Il che è tutt'altro che semplice.
Il compito di una grande formazione politica è quello di gestire, e se possibile di orientare, le trasformazioni della società adeguando lo stato alle nuove condizioni e alle nuove necessità. Nella sua prima fase, il raggruppamento moderato ha prodotto il bipolarismo politico, seppure imperfetto perché realizzato di fatto nella Costituzione materiale, mentre quella formale resta puramente parlamentarista. Si è trattato comunque di una rivoluzione politica assai profonda, il cui scopo è dotare l'Italia, come le altre grandi democrazie, di due classi dirigenti alternative in competizione, ciascuna delle quali è in grado di assicurare un governo stabile quando riceve il consenso elettorale sufficiente o di esercitare dall'opposizione un controllo penetrante e permanente. Va detto che le alleanze di centrodestra hanno mostrato una maggiore capacità di garantire la stabilità, mentre quelle di centrosinistra di animare un'opposizione efficace. Questo risultato, il bipolarismo, va mantenuto e difeso, soprattutto rafforzando la capacità di inclusione e il sistema di alleanze, che sono un punto debole dell'attuale Popolo della libertà. Affidare soltanto al meccanismo elettorale maggioritario la difesa del bipolarismo può risultare illusorio: esistono sistemi bipolari che si reggono su sistemi elettorali pressoché proporzionali perché la forza dei partiti architrave dei poli in competizione ne garantiscono il carattere alternativo.
Oltre che difendere le conquiste proprie e degli alleati realizzate e in via di realizzazione, bipolarismo e federalismo, il Pdl deve esaminare il cambiamento in atto nelle condizioni internazionali e nella morfologia sociale, per identificare il ruolo che gli compete nella nuova situazione. Il tratto di novità principale è il diffondersi degli effetti della globalizzazione e, in apparente contrasto con questo processo, la ripresa dei fattori identitari, da quelli territoriali a quelli religiosi. La rapida diffusione degli effetti delle crisi finanziarie, l'instabilità dei regimi del Nordafrica, le pressioni migratorie, l'accentuazione delle pressioni laicistiche, la riduzione del peso degli stati nazionali insidiato dall'alto dalle organizzazioni sovranazionali, dal basso dalle spinte autonomistiche territoriali, citati in disordine, sono tutti effetti di questo duplice processo.
Il raggruppamento moderato deve dimostrare di essere in grado di reggere a queste trasformazioni operando in modo ordinato per risolvere in una situazione critica i problemi di una società che invecchia, non ha fiducia nel futuro, come mostrano i dati della denatalità, che resiste all'esigenza di introdurre meccanismi di selezione e di promozione sociale basati sul merito e sulla professionalità, senza i quali è impossibile recuperare la necessaria competitività e assicurare un futuro alle nuove generazioni.
Naturalmente una riunione di vertice non basta per dare risposte a questi quesiti, ma può scegliere di stilarne l'agenda, spiegare che cosa il Pdl può fare per l'Italia, e non viceversa. Se oggi si confronteranno su questi temi, le diverse sensibilità presenti nel movimento avranno più senso e più visibilità – da riconoscere e persino promuovere – che se invece si attarderanno in piccoli conflitti per la suddivisione di un potere che intanto sfugge di mano.
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