Twittando con Amato
Così Tremonti si prodiga per il suo profilo bipartisan
Non illustra la manovra causa maltempo, non difende la norma sul Lodo Mondadori poi ritirata dal governo, ma non annulla la partecipazione per presentare un libro sulle fondazioni bancarie con Giuliano Amato, Romano Prodi e Giuseppe Guzzetti. E' un Giulio Tremonti governativo che però prosegue nella costruzione di un profilo di politico bipartisan.
Non illustra la manovra causa maltempo, non difende la norma sul Lodo Mondadori poi ritirata dal governo, ma non annulla la partecipazione per presentare un libro sulle fondazioni bancarie con Giuliano Amato, Romano Prodi e Giuseppe Guzzetti. E' un Giulio Tremonti governativo che però prosegue nella costruzione di un profilo di politico bipartisan quello che anche ieri ha, da un lato, annullato il seminario con la stampa, dove avrebbe spiegato il testo della manovra da 43,4 miliardi di euro con altri ministri e, dall'altro, non ha mancato l'appuntamento da tempo fissato: presentare il libro di Fabio Corsico e Paolo Messa sulle fondazioni bancarie (“Da Frankenstein a principe azzurro”). Anche la toponomastica aveva, forse, un significato: Teatro Centrale a Roma, via Celsa, che congiunge via del Gesù con via delle Botteghe Oscure. Tremonti è arrivato quando Amato, Prodi, Guzzetti e Giuseppe Mussari lo aspettavano per il dibattito moderato dal direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano.
Seduto accanto ad Amato, Tremonti ha in continuazione parlottato, scherzato e disquisito con l'ex premier ed ex ministro del Tesoro, il quale gli ha pure consegnato un foglietto di carta con alcuni appunti che il titolare di via XX Settembre ha conservato.
E' stata l'occasione per ribadire la funzione sistemica e di stabilizzazione delle fondazioni bancarie, partendo dalla trasformazione degli enti in società per azioni grazie alla legge Amato: le privatizzazioni delle banche “sono un caso totalmente positivo”, ha detto Tremonti. “Le privatizzazioni si possono distinguere in positive e negative – ha aggiunto – Totalmente negative sono quelle fatte a debito perché un conto è fare debito per creare una cosa e un conto per comprare una cosa che c'è già e poi scaricare il debito sulla società e prendere gli utili”. Il titolare del Tesoro ha poi equiparato le fondazioni a paradigma della trasformazione della società italiana: un tempo rigida e verticale, adesso federale e orizzontale come le fondazioni, paragonate anche a Internet.
Tremonti da tempo guarda con attenzione anche al mondo cattolico, che in questi giorni è in azione. Il 19 giugno il Forum delle associazioni di ispirazione cattolica, secondo la ricostruzione del Foglio, presenterà un manifesto politico-culturale per una “politica buona”. C'è chi, come l'agenzia Adista, parla di “grandi manovre al centro per il dopo Berlusconi”. C'è invece chi sostiene che siano le prove generali di un terzo polo cattolico, ovvero la voglia di rinascita della Dc. Dagli organizzatori contattati dal Foglio si assicura che non ci sono intenzioni politiche recondite ma semplicemente la volontà di stendere un appello-manifesto a sfondo sociale-economico, con un richiamo preciso ai valori della dottrina sociale della chiesa. All'appello seguiranno le firme di politici, parlamentari e amministratori locali. L'iniziativa è seguita in particolare dai fondatori del Forum come la Compagnia delle opere, Confcooperative, le Acli, il Movimento cristiano dei lavoratori e la Cisl.
Alla testa di molte di queste associazioni ci sono esponenti considerati in sintonia, intellettuale e politica, con il ministro dell'Economia. Confcooperative è presieduta da Luigi Marino, che ripetutamente e pubblicamente ha apprezzato parole e opere del titolare del Tesoro; così come il banchiere cattolico Alessandro Azzi, presidente di Federcasse, uno dei pilastri della Banca per il mezzogiorno voluta da Tremonti. E' anche nota la collaborazione e la stima fra il ministro dell'Economia e il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: seppure nella dialettica tradizionale governo-sindacati, i rapporti fra Tremonti e Bonanni sono solidi. Il titolare del Tesoro ha posto sullo stesso piano come rilevanza sistemica la manovra economica del governo e il recente patto interconfederale sulla contrattazione aziendale firmato proprio da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Ma dal Forum si smentiscono le interpretazioni di chi pensa che il manifesto-appello sia un prodromo per un partito unico dei cattolici o una sponda cattolica per una futura coalizione bipartisan a guida tremontiana. Di sicuro, dicono ambienti del Forum, nel manifesto non ci sarà alcun elogio “dell'antagonismo sociale, politico e sindacale” incarnato ad esempio dalla Fiom-Cgil o dai No Tav.
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