Manovre spericolate

Berlusconi rompe il silenzio, invoca coesione e delude i fan del governissimo

Salvatore Merlo

La manovra dovrebbe essere approvata entro domani in Senato ed entro lunedì prossimo alla Camera. La Borsa di Milano risponde chiudendo in positivo (+ 1,18 per cento) e lo spread con i titoli tedeschi frena. Ha avuto successo l'intenso lavoro di Giorgio Napolitano, che ha chiamato tutte le forze politiche alla responsabilità: “Bisogna fare presto”. Tuttavia l'effetto collaterale dell'operazione è che, loro malgrado, Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro stanno puntellando un governo in difficoltà.

    La manovra dovrebbe essere approvata entro domani in Senato ed entro lunedì prossimo alla Camera. La Borsa di Milano risponde chiudendo in positivo (+ 1,18 per cento) e lo spread con i titoli tedeschi frena. Ha avuto successo l'intenso lavoro di Giorgio Napolitano, che ha chiamato tutte le forze politiche alla responsabilità: “Bisogna fare presto”. Tuttavia l'effetto collaterale dell'operazione è che, loro malgrado, Pier Luigi Bersani e Antonio Di Pietro stanno puntellando un governo in difficoltà. Lo schema dalemiano del paludoso “governissimo” (vecchia espressione primorepubblicana) è ormai materia da retrospettiva giornalistica: nel Palazzo non ci credono più nemmeno coloro i quali l'hanno agitato in queste ore. D'Altra parte, una volta approvata la manovra triennale, ovvero la risposta all'assalto speculativo considerata soddisfacente da Angela Merkel e Mario Draghi, alle opposizioni non resterà nessun forte argomento per sostenere e giustificare la spallata a un governo che ha ancora la maggioranza dei voti in Parlamento. La partita – lo ammettono sommessamente anche dalle parti del Pd – è difatti già rimandata a dopo l'estate. Dall'autunno in poi si ricomincerà a parlare di Finanziaria, e sarà allora che la parola “governissimo” tornerà a farsi sentire, forse assecondata da un'estate che si preannuncia carica di miasmi giudiziari.

    Il Cavaliere ha rotto ieri il silenzio.
    Ma non c'è stato nessun appello alle forze di opposizione, se non un dovuto riconoscimento al Quirinale e alla “responsabilità” che in una fase delicata deve animare tutti i partiti rappresentati in Parlamento. Il presidente del Consiglio – ormai abbastanza sicuro di avere superato quasi indenne la prova della manovra – ha declamato una serie di punti di forza dell'Italia e del suo governo. Il contrario dell'ammissione di debolezza, e della richiesta di aiuto, che qualcuno gli suggeriva e che le opposizioni si aspettavano. “Il governo è stabile e forte, la maggioranza è coesa e determinata”, ha detto Berlusconi. “Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli inviti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione. La nostra economia è vitale. Può contare sulla capacità innovativa dei nostri imprenditori, sulla laboriosità dei nostri lavoratori, sul senso di responsabilità delle parti sociali”.

    I gruppi parlamentari del Pdl lavorano sugli emendamenti per tentare di chiudere la manovra nel tempo record di una settimana. Ma nel Palazzo del centrodestra resta preoccupazione per gli sviluppi delle inchieste che lambiscono Gianni Letta e Giulio Tremonti. E' vero che il precipitare dell'attacco speculativo sull'Italia ha avuto l'effetto paradossale di disinnescare ogni attrito sulla manovra (e dunque i conseguenti rischi sulla tenuta dell'esecutivo). Ma ci si aspettano altri, durissimi, colpi dalle procure. “Colpito Berlusconi, colpito Letta, travolti Tremonti e Scajola, verrà una lunga estate di intercettazioni e nuove inchieste contro la fanteria del Pdl. In Campania e nel Lazio, per cominciare”, spiegano al Foglio fonti interne al governo. L'inchiesta sull'Enac, che coinvolge ambienti vicini a Massimo D'Alema, “sarà usata come bilanciamento, ma l'attacco previsto è contro le seconde file del Pdl. Sarà una estate di veleni, seguita da un autunno nel quale si risveglieranno anche i sindacati”. Tutto pronto a precipitare – sostengono nel Pdl – sui fatidici mesi in cui si tornerà a discutere di manovra economica: tra ottobre e dicembre prossimi. “Sarà allora che Pier Ferdinando Casini dovrà sporcarsi le mani e decidere del suo futuro”.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.