Alla faccia di Borat

Nicoletta Tiliacos

Non è certamente un caso se dopo Borat, la devastante parodia del giornalista kazako alla scoperta dell'occidente, ideata interpretata e diretta nel 2006 dall'inglese Sacha Baron-Cohen, l'industria cinematografica kazaka sembra attualmente vivere una fase talmente trionfante da far pensare a una revanche.

    Non è certamente un caso, se dopo la devastante parodia del giornalista kazako alla scoperta dell'occidente, ideata, interpretata e diretta nel 2006 dall'inglese Sacha Baron-Cohen, l'industria cinematografica kazaka sembra attualmente vivere una fase talmente trionfante da far pensare a una revanche. Siamo in piena “nuova ondata del cinema kazako”, gestita soprattutto dall'attivissima Kazakhfilm e passata da un unico film prodotto nel 2001 ai venti in programma per l'anno in corso.

    La nuova filmografia dell'immensa nazione
    centroasiatica ha il compito di rilanciarne l'immagine, all'interno e all'estero. All'interno, si tratta di incentivare il senso di appartenenza e di orgoglio nazionale; all'estero, il problema è di far dimenticare le accuse di corruzione e arretratezza che gravano sull'ex repubblica sovietica, governata dal 1991 dall'inamovibile presidente Nazarbayev, che con un paio di abili mosse ha blindato la propria presenza al vertice del paese. Come racconta l'agenzia Eurasia.net, gli ingredienti delle recenti storie cinematografiche kazake sono “eroismo in chiave patriottica, epica e storie d'amore, tutto sullo sfondo di scenari naturali mozzafiato”.

    Nel giugno dell'anno scorso, l'ambasciatore kazako negli Stati Uniti aveva organizzato una proiezione per i membri del Congresso del film “Il dono a Stalin”, finanziato dal petroliere Boris Cherdabayev e ambientato nel 1949 (anno delle celebrazioni per il settantesimo compleanno del dittatore) in una comunità di deportati kazaki di origine ebraica. La produzione di punta di quest'anno è invece “Myn Bala”, “Mille bambini”. Budget di appena sette milioni di dollari, il film è dedicato all'eroe nazionale Sartay e al suo esercito di adolescenti che nel 1729 sconfisse l'etnia rivale zungari. L'uscita è fissata per dicembre, ventesimo anniversario dell'indipendenza. Chissà se hanno invitato Borat.